Merano, il silenzio della sindaca Zeller sull’Inno di Mameli è uno schiaffo all’Italia
3 Giu 2025 - Italia
Il gesto della sindaca di Merano riaccende la polemica sull’identità nazionale in Alto Adige: durante le celebrazioni del 2 giugno Zeller non canta l’Inno di Mameli, suscitando indignazione e dubbi sulla sua lealtà istituzionale.

Il silenzio che pesa come una dichiarazione politica
Durante le celebrazioni del 2 giugno a Bolzano, festa della Repubblica italiana, la sindaca di Merano Katharina Zeller si è presentata finalmente con la fascia tricolore. Un’apparente rettifica dopo le polemiche sul suo rifiuto iniziale di indossarla al momento dell’insediamento. Ma è bastato poco per riaccendere la polemica: mentre risuonavano le note dell’Inno di Mameli, Zeller è rimasta in silenzio.
Non ha cantato. Non ha mostrato alcuna partecipazione emotiva. Non ha espresso nemmeno con un labiale o un gesto l’appartenenza alla Repubblica italiana. Un silenzio assordante, che in un contesto ufficiale e simbolico come quello del 2 giugno, diventa a tutti gli effetti una scelta politica.
Un gesto che mina l’unità nazionale
In una regione come l’Alto Adige, dove la convivenza tra le comunità linguistiche è spesso tenuta in equilibrio da simboli condivisi e rappresentazioni istituzionali, l’atteggiamento di un sindaco non è mai neutro. Il rifiuto, implicito ma evidente, di unirsi al canto dell’inno nazionale, in una cerimonia ufficiale della Repubblica Italiana, non può che essere letto come un atto divisivo.
Da parte di un primo cittadino, che rappresenta lo Stato, ci si aspetta rispetto per quei simboli che uniscono una nazione. Non è questione di retorica patriottica, ma di riconoscimento del contesto istituzionale in cui si agisce. Zeller invece sceglie ancora una volta di mandare segnali ambigui, che strizzano l’occhio a quell’identitarismo linguistico che storicamente fatica ad accettare la sovranità italiana su questi territori.
La destra reagisce: “Manca rispetto per la Repubblica”
Non si sono fatte attendere le reazioni nel centrodestra. «È grave che una sindaca della Repubblica non partecipi attivamente all’Inno nazionale nel giorno in cui si celebra la nascita della nostra democrazia», ha dichiarato un esponente di Fratelli d’Italia locale. Anche in ambienti vicini a Forza Italia si parla di “un segnale istituzionalmente sbagliato”.
L’indignazione cresce perché non siamo di fronte a una cittadina qualunque, ma a una rappresentante delle istituzioni. A qualcuno, giustamente, ricorda le ambiguità storiche della SVP, partito autonomista che troppo spesso ha flirtato con posizioni separatiste e ostili all’italianità del territorio.
Il dovere di rappresentare lo Stato, non di nascondersi dietro le ambiguità
Katharina Zeller potrà anche rilasciare dichiarazioni rassicuranti, ma i gesti parlano più delle parole. E se da sindaco non si è in grado di onorare l’inno del Paese che si rappresenta, allora sorge spontanea una domanda: è davvero pronta a rappresentare tutti i cittadini di Merano, anche quelli italiani?
In un’epoca in cui i simboli vengono svuotati di significato da una cultura sempre più relativista, il gesto della sindaca di Merano è la fotografia di una politica che fatica ad assumersi responsabilità chiare, preferendo rimanere nel grigio delle ambiguità etniche. E questa è una china pericolosa, soprattutto in un territorio dove l’identità italiana va difesa, non taciuta.