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GIORGIA FAI VOLARE QUALCHE SEDIA

8 Lug 2023 - Approfondimenti Politici

GIORGIA FAI VOLARE QUALCHE SEDIA

Il vittimismo del Centro Destra

Ma questo centro-destra si vuole realmente avviluppare attorno al vittimismo? La sindrome dell’accerchiamento si è insinuata nelle menti di una classe dirigente che non ha compreso di essere in vantaggio. Il centro-destra ha una maggioranza schiacciante, con la mano sempre tesa di un Matteo Renzi che gradirebbe volentieri quel 6% rimasto in eredità dal Cavaliere. Le Regioni sono governate da FdI, Lega, FI e centristi vari, a seconda degli accordi presi a Roma. Il Paese ormai vota in blocco una sola compagine politica. La magistratura è dilaniata da lotte intestine e non ha il gradimento dei cittadini, ormai disillusi dopo i vari scandali portati alla luce da Luca Palamara. Una delle star di tangentopoli è caduta: Davigo trattato alla stregua di un Savonarola qualsiasi è il segno dei nostri tempi. Le opposizioni vanno in ordine sparso, senza un’idea, un popolo, una ragione d’essere.

La paura che tutto crolli

E, nonostante tutto, nonostante il periodo propizio anche in Europa, nonostante i nemici siano in fuga e, per giunta, in ordine sparso, si ha la sensazione di una fibrillazione continua, di un’ansia latente, di una paura che tutto possa crollare. I problemi sono tanti, ma chi non ne ha oggigiorno: Sanchez affronterà le elezioni, Rutte è caduto sull’immigrazione, Macron non se la passa meglio e Scholz non riesce ad arginare l’avanza di AfD. Giorgia Meloni, dopo la morte di Berlusconi, potrebbe acquisire quella leadership tanto agognata. Certo, Salvini non sembra tanto d’accordo, ma ha le frecce spuntate e dentro il partito non gode della stima di tanti: ha perso il suo tocco magico e le fronde interne non gli fanno sconti. Un’alternativa alla destra non esiste in questo momento e, se si andasse ad elezioni, Meloni ridiverrebbe Presidente del Consiglio, magari mettendo all’angolo la Lega ed esautorando completamente Forza Italia.

Una classe dirigente non all’altezza

Il problema, quindi, non sta nelle dinamiche della coalizione, ma all’interno del suo stesso partito. Meloni non ha una classe dirigente all’altezza: Delmastro, Santanchè e lo stesso La Russa hanno dimostrato limiti evidenti. La Premier non può permettersi debolezze e si avvinghia al cavallo comunicativo berlusconiano: le toghe rosse. Ma non basta, anzi peggiora la situazione. Delmastro ha dichiarato di non essere a conoscenza che le informazioni passate a Donzelli fossero top secret, autodenunciandosi come incompetente. Santanchè ha giurato di non essere indagata, ma la sua posizione era ben nota da mesi. Il Presidente del Senato, infine, vive un dramma famigliare con il figlio invischiato in una torbida vicenda con al centro un stupro. L’imbarazzo è tanto e politicamente non finisce con un editoriale amico su un giornale accondiscendente. Meloni preferisce andare all’estero e costruirsi un’immagine da leader internazionale ma, se le granate le esplodono dentro il partito, non può certamente esimersi dal rientrare e difendere i suoi. Anche se una volta chiuse le porte, lontano dalle telecamere e dai taccuini indiscreti, possibilmente senza cimici o cellulari impertinenti, Giorgia sicuramente alzerà la voce e avrà tutte le ragioni per far volare qualche sedia.

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One response

  1. Claudio dell'Antoglietta ha detto:

    Mi pare che l’analisi sia corretta. Santanché & co. non sono il massimo e mi pare siano stati premiati più del dovuto. Ma purtroppo il fatto che i partiti dell’opposizione siano in rotta non è circostanza sufficiente a dare tranquillità. In Italia ci sono tanti poteri ed a parte quello esiguo del popolo che ha votato, sono tutti forti e contrari.

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