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Fête de la Musique nel caos: 145 donne aggredite con siringhe

24 Giu 2025 - Europa

Violenza organizzata e impunità diffusa durante l’evento musicale nazionale francese. La destra accusa: “Stato assente, città allo sbando”.

Fête de la Musique nel caos: 145 donne aggredite con siringhe

La Fête de la Musique si trasforma in incubo: oltre 140 donne denunciano aggressioni con siringhe

Quella che doveva essere una celebrazione gioiosa della musica e della cultura francese si è tramutata in una notte di paura e violenza. Durante la Fête de la Musique, lo storico evento del 21 giugno, più di 140 donne hanno denunciato di essere state colpite con siringhe da sconosciuti in mezzo alla folla. Un attacco codardo, silenzioso, che colpisce nel cuore la libertà femminile e l’idea stessa di spazio pubblico sicuro.

Una deriva figlia dell’anarchia urbana

Se da un lato la sinistra continua a esaltare eventi come la Fête come simbolo della “Francia aperta e inclusiva”, dall’altro non può più nascondere le conseguenze dell’abbandono delle regole e del controllo. Le grandi città, da Parigi a Metz, sono sempre più ostaggio di fenomeni di microcriminalità, violenza casuale e degrado urbano che le autorità faticano — o si rifiutano — di affrontare con fermezza.

Le aggressioni sono state segnalate in tutta la Francia: Parigi (almeno 13 casi), Metz (17), Rouen, Évreux, Angoulême, Tours. In totale, 145 denunce e una dozzina di arresti. Ma le forze dell’ordine parlano di una “tendenza in crescita” e temono che il numero reale sia molto più alto.

Social, sottoculture e istigazioni alla violenza

Le aggressioni sembrano essere state ispirate da messaggi circolati su Snapchat e altri social network, dove si incitava apertamente a colpire le donne durante la festa. Una realtà che dimostra, ancora una volta, come la cultura della permissività e della tolleranza ideologica abbia generato mostri: giovani privi di riferimenti, disinibiti dall’anonimato digitale, che trovano nella violenza gratuita un’occasione per affermarsi.

La retorica dei “quartieri difficili” non basta più

La sinistra francese, e in particolare l’amministrazione di Emmanuel Macron, ha costruito una narrativa in cui il disagio sociale giustifica qualsiasi comportamento. Ma quando le aggressioni arrivano nel cuore delle città, durante eventi statali, non si può più parlare solo di “marginalità”. È l’intero modello di sicurezza urbana e integrazione che mostra le sue falle.

Destra politica e forze dell’ordine chiedono fermezza

Il sindacato di polizia Alliance Police Nationale ha chiesto misure più dure, maggiore controllo e una presenza visibile dello Stato durante manifestazioni di massa. Esponenti della destra come Marion Maréchal e membri del Rassemblement National hanno accusato il governo di lassismo: “Mentre si finanziano concerti e artisti woke, si abbandonano le nostre città al caos”.

La stampa conservatrice, da Le Figaro a Valeurs Actuelles, ha sottolineato che la Fête de la Musique 2025 è stata accompagnata da oltre 370 arresti, tra cui casi di risse, furti, aggressioni sessuali, violenze su pubblici ufficiali e, appunto, punture clandestine. Un bilancio che dovrebbe far riflettere ogni cittadino francese.

Il doppio fallimento: culturale e statale

Non si tratta solo di sicurezza, ma di una crisi più profonda. L’ideologia progressista ha distrutto l’autorità, svuotato il concetto di responsabilità individuale e delegittimato ogni forma di repressione. Il risultato è un mondo in cui le donne non possono camminare sicure in una piazza, in cui i genitori temono di lasciare uscire le figlie e dove lo Stato si mostra debole, inefficace e intimidito.

Serve una risposta patriottica e identitaria

Non basta più reagire a fatti del genere con indignazione o comunicati. Serve una vera inversione di rotta: ripristinare l’autorità, restituire dignità allo spazio pubblico, garantire sicurezza e ordine. La Francia ha bisogno di rimettere al centro i suoi valori storici, non quelli imposti dalle élite globaliste. La libertà vera passa anche dalla protezione: delle donne, delle famiglie, delle nostre città.

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Articolo scritto da:
Carolina Volta

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