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Ucraina-Russia: tensione al limite nel Donbass

12 Lug 2023 - Geopolitica

Ucraina-Russia: tensione al limite nel Donbass

La situazione nel Donbass, la regione orientale dell’Ucraina contesa tra Kiev e i separatisti filorussi, si sta facendo sempre più preoccupante e rischiosa. Da oltre un mese, l’esercito ucraino ha lanciato una serie di attacchi nel tentativo di rompere le difese russe, che si sono rafforzate negli ultimi mesi con l’invio di truppe e mezzi corazzati.

La Frustrazione di Kiev

Tuttavia, i risultati ottenuti finora sono stati scarsi e hanno portato solo a perdite e frustrazione da parte di Kiev, che accusa l’Occidente di non fornire abbastanza aiuti militari per contrastare l’avanzata russa. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un’intervista alla Cnn, ha dichiarato che la causa di questo insuccesso è da attribuire alla lentezza delle consegne di armi da parte dell’Occidente, che ha ritardato l’inizio di una “controffensiva” che, secondo lui, sarebbe dovuta iniziare “molto prima”.

Zelensky ha anche sostenuto che se gli attacchi fossero cominciati per tempo, l’esercito russo non avrebbe avuto modo di minare il territorio in modo così capillare come avvenuto, e quindi l’avanzata sarebbe stata più agevole. Le sue parole hanno trovato eco nel comandante in capo dell’esercito ucraino Valery Zaluzhny, che in un’altra intervista al Washington Post ha espresso frustrazione per lo stesso motivo, arrivando ad affermare come le lamentele di alcuni in Occidente per la lentezza della “controffensiva” lo facessero “incazzare”.

I russi: avversari ben preparati

Ma la verità è che le forze ucraine si trovano di fronte a un avversario ben preparato e determinato a difendere il suo protettorato nel Donbass. L’esercito russo ha schierato nella regione decine di migliaia di soldati, centinaia di carri armati, veicoli blindati e pezzi di artiglieria, oltre a unità speciali e milizie locali. Gli attacchi ucraini si sono concentrati soprattutto lungo la linea meridionale che va da Zaporizhzhia a Donetsk, ma hanno ottenuto solo un piccolo sfondamento delle linee nel settore meridionale, intorno a Velyka Novoselivka, e un avanzamento ai lati della ormai arcinota Bakhmut, una città strategica per il controllo della regione.

Proprio dal Donbass arrivano cattive notizie per Kiev: sono stati segnalati movimenti di nuove unità russe in un numero così consistente da far pensare che possa essere il segnale di un nuovo attacco in forse. L’Institute for the Study of War (Isw), un think tank americano specializzato in analisi militari, riferisce che l’esercito di Mosca ha condotto “limitati attacchi di terra a nord di Svatove e a sud di Kreminna il 9 luglio” e lo Stato maggiore ucraino ha riferito che le forze russe hanno condotto attacchi di terra senza successo vicino a Berestove (20 chilometri a nord-est di Svatove), Novoselivske (13 chilometri a nord-ovest di Svatove), Stelmakhivka (15 chilometri a nord-ovest di Svatove), Spirne (25 chilometri a sud di Kreminna) e Vesele (30 chilometri a sud di Kreminna).

Come osservato da diversi filmati disponibili in rete, le unità russe coinvolte sono presumibilmente elementi di artiglieria della 1a Armata corazzata delle Guardie, della 120esima Brigata di artiglieria delle Guardie e della terza Brigata Spetsnaz insieme a quelli dell’11esimo corpo d’Armata della Flotta del Baltico.

50mila uomini e 400 carrarmati russi

Si tratta quindi, se confermato, di unità di punta e sebbene non sia ancora chiaro se effettivamente l’attacco iniziale sia stato respinto con efficacia, quanto sta accadendo, per la mobilitazione delle forze schierate sul campo, fa pensare che lo Stato maggiore russo stia cercando di sfondare lungo la direttrice di Kupyansk per stornare le forze ucraine da altre parti del fronte, in particolare da Bakhmut e dal meridione.

A quanto sappiamo i russi hanno infatti schierato nella zona compresa tra Svatove e Kreminna 50mila uomini supportati da più di 400 carri armati, 650 Aifv e 460 pezzi di artiglieria (a razzo e a canna). A far pensare che qualcosa di grosso si in preparazione c’è anche il fatto che il presidente russo Vladimir Putin ha convocato il Consiglio di sicurezza nazionale il 10 luglio per discutere della situazione nel Donbass.

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