Santanchè sempre più isolata: il partito prende le distanze?
2 Feb 2025 - Italia
Dopo le inchieste e le polemiche, Fratelli d’Italia la lascia sola. Alla direzione nazionale gelo e silenzi: il 10 febbraio sarà il giorno della verità.

Un ingresso teatrale, ma senza applausi
Daniela Santanchè ci ha abituati alle sceneggiate, ai gesti plateali, all’atteggiamento da donna che “non deve chiedere mai”. Ma questa volta l’arroganza non basta. La sua presenza alla direzione nazionale di Fratelli d’Italia, in via Alibert a Roma, non è il ritorno trionfale di una combattente, ma il disperato tentativo di restare aggrappata a una poltrona che traballa sempre di più.
Arriva su un’Alfa Stelvio con i vetri oscurati, perché è così che piacciono le entrate a effetto. Eppure, nonostante il clamore mediatico, ad accoglierla non c’è il calore del partito, ma un gelo glaciale. Non una parola di sostegno, non uno sguardo di vera solidarietà. Nessuno, tra i militanti storici di Fratelli d’Italia, ha mai visto in lei una di loro. Perché Santanchè non viene da quel mondo, non ha condiviso quella storia, non ha vissuto il sacrificio della militanza. E oggi, quando il vento gira, si vede chiaramente: non ha radici, non ha vere alleanze. È sola.
La caduta di una carriera costruita su se stessa
La parabola politica di Daniela Santanchè è sempre stata un’alternanza di opportunismo e ambizione personale. Da missina per caso a berlusconiana di ferro, da pasionaria del liberalismo a fedelissima di Meloni, sempre pronta a seguire l’onda che le garantisse più visibilità e potere. Per anni è riuscita a costruire un’immagine di donna forte, sicura di sé, inamovibile. Ma oggi quella narrazione si scontra con la realtà: sotto la patina del glamour, dei lussi ostentati, delle dichiarazioni sprezzanti, resta una figura che ha perso la fiducia del suo stesso partito.
Le inchieste che la riguardano, dalle accuse di false comunicazioni sociali nel caso Visibilia alla presunta truffa aggravata ai danni dell’INPS, sono macigni che non possono essere ignorati. Santanchè, con la solita arroganza, ha provato a liquidare tutto con un “Chissenefrega, non mi dimetto”. Ma il partito non è più disposto a coprirla. Non questa volta.
E Ignazio La Russa?
L’assenza più pesante nella giornata della direzione è quella di Ignazio La Russa. Per anni il suo più grande alleato, oggi sempre più distante. La Russa minimizza, dice che l’amicizia resta, ma non è un caso che abbia scelto di non essere presente. Un segnale chiaro: se Santanchè affonda, lo farà da sola.
E se persino La Russa prende le distanze, significa che i giochi sono fatti. Nessuno in Fratelli d’Italia vuole più farsi trascinare nella spirale autodistruttiva di una donna che ha sempre anteposto il proprio tornaconto personale agli interessi del partito.
Il vicolo cieco del 10 febbraio
Il 10 febbraio il Senato discuterà la mozione di sfiducia contro Santanchè. Lei si ostina a mostrarsi sicura, ma sa bene che il rischio di essere scaricata definitivamente è concreto. Il suo tentativo di mostrarsi combattiva, di sfidare il partito con la sua presenza alla direzione, è un bluff che non ha funzionato.
I volti scuri, i silenzi, gli sguardi di chi non ha più voglia di difenderla: tutto dice che il destino politico di Santanchè è segnato. Si è giocata male le sue carte. Ha pensato di poter trattare la politica come un palcoscenico personale, senza rendersi conto che la politica vera è fatta di lealtà, di radici, di senso di appartenenza. Tutte cose che a lei sono sempre mancate.
Il sipario sta per calare
Daniela Santanchè ha sempre amato i riflettori, le dichiarazioni eclatanti, le sfide pubbliche. Ma questa volta la sua arroganza non la salverà. Se il partito deciderà di voltarle definitivamente le spalle il 10 febbraio, non ci sarà ritorno.
E forse sarà un bene. Perché Fratelli d’Italia non può permettersi di essere trascinato nel baratro da chi ha sempre considerato la politica come un ascensore personale e oggi non trova più nessuno disposto a tenerlo aperto per lei.