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Musk lancia il suo partito: è l’ora del modello Milei negli USA

6 Lug 2025 - USA

Con l’“America Party” Elon Musk rompe con il sistema bipartitico e punta a una rivoluzione libertaria ispirata a Javier Milei: meno Stato, più libertà e attacco frontale alla spesa pubblica.

Musk lancia il suo partito: è l’ora del modello Milei negli USA

Dal libertarianesimo digitale all’arena politica

Con un annuncio a effetto il 5 luglio, Elon Musk ha ufficializzato la nascita dell’America Party, presentato come alternativa concreta al sistema bipartitico americano. Non è un semplice atto di rottura con il Partito Repubblicano, ma un chiaro segnale ideologico: un attacco frontale a quello che Musk definisce «un sistema dominato dalla corruzione e dallo spreco».

Una strategia alla Milei?

Dietro il progetto di Musk si profila un modello politico che ricorda da vicino quello del presidente argentino Javier Milei: un outsider radicale, nato nel mondo della comunicazione digitale, che ha trasformato una narrativa libertaria in potere reale. Come Milei, Musk non si definisce “di destra” in senso tradizionale, ma si muove contro lo Stato pachidermico, contro il parassitismo politico, e per la libertà economica assoluta.

Il vero obiettivo: cambiare l’asse del potere

Lungi dall’essere solo una mossa provocatoria, il partito di Musk si propone di influenzare direttamente il Congresso, puntando a un numero ristretto di seggi-chiave per far da ago della bilancia. Una strategia lucida e pragmatica, che suggerisce non una fuga dall’establishment, ma una sua destabilizzazione interna, in nome di un capitalismo meritocratico e snello.

Dietro la bandiera della “libertà”

Il messaggio ricorrente nei post di Musk — “restoring freedom” — è molto più che uno slogan: è l’elaborazione politica della filosofia techno-libertaria. In questa visione, lo Stato è un ostacolo all’innovazione, la tassazione un furto legalizzato, e le burocrazie pubbliche strumenti di potere per élite autoreferenziali.

Un attacco all’assistenzialismo bipartisan

La miccia che ha acceso la scintilla è stato il sostegno di Donald Trump a una legge da 3,3 trilioni di dollari che Musk ha definito “spreco e corruzione travestiti da patriottismo economico”. Proprio come Milei ha fatto saltare i tavoli in Argentina, Musk intende portare lo stesso scossone a Washington: ridurre la spesa pubblica, abbattere le tasse, e sottrarre il potere ai lobbisti e ai sindacati.

Una sfida al consenso, non solo ai partiti

L’America Party non nasce come espressione populista tradizionale. È un partito elitario e anti-elitista allo stesso tempo: elitario nei mezzi, populista nei fini. Parla alla middle class frustrata, ma lo fa dal vertice della piramide tecnologica e finanziaria. È l’equivalente politico della disintermediazione che Musk ha operato nel settore automobilistico e aerospaziale.

Un precedente che può fare scuola

Se Musk dovesse anche solo sfondare l’1-2% nei sondaggi e ottenere seggi, si aprirebbe una stagione nuova per la politica occidentale: quella dell’imprenditore che non finanzia partiti ma li crea da zero per difendere il principio della libertà individuale contro l’ingerenza dello Stato.

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Redazione - Il Politico

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