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La Maggioranza Rigetta la Proposta del Salario Minimo Nazionale

15 Lug 2023 - Italia

La Maggioranza Rigetta la Proposta del Salario Minimo Nazionale

La maggioranza sbarra la strada alla proposta di legge unitaria del salario minimo di 9 euro l’ora, avanzata dalle opposizioni, con l’eccezione di Italia Viva. L’emendamento soppressivo, presentato in commissione Lavoro alla Camera, segna una rottura netta nel dibattito politico sulla questione dei salari minimi.

Secondo fonti del centrodestra, l’opposizione ha ridotto un tema di importanza cruciale a un semplice strumento propagandistico. In risposta, il centrodestra ha deciso di respingere la proposta, criticando l’approccio unilaterale delle opposizioni che ha trascurato il dibattito su temi come la contrattazione, il welfare aziendale e il lavoro povero. Invece, il centrodestra preferisce concentrarsi su provvedimenti già attuati come il taglio del cuneo fiscale e il decreto lavoro.

Marina Elvira Calderone, titolare del Lavoro, ha delineato la posizione del governo affermando: “Non credo al salario minimo per legge perché io credo alla buona contrattazione collettiva e credo veramente nel valore delle parti sociali e soprattutto nel valore rappresentato dalla qualità delle relazioni industriali in Italia”.

D’altro canto, le opposizioni protestano e accusano la premier Giorgia Meloni di dare uno “schiaffo a 3 milioni di lavoratori poveri”. Questa linea di pensiero è stata condivisa dai leader Elly Schlein e Giuseppe Conte, che promettono di continuare la loro lotta politica in Commissione e in Aula.

Nonostante l’approvazione dell’emendamento soppressivo sia quasi certa, data la maggioranza in Commissione, la proposta di legge sul salario minimo andrà comunque in Aula. Le strade percorribili una volta avviato l’esame in Aula potrebbero essere diverse: rinvio in commissione, sospensione dell’esame o un nuovo emendamento soppressivo.

Tuttavia, l’approccio della maggioranza è criticato pesantemente dalle opposizioni. Schlein afferma: “Ma così facendo non umilia le opposizioni: umilia lavoratrici e lavoratori poveri, abbandonandoli alla morsa dell’inflazione e alle conseguenze disastrose dei provvedimenti di questo governo”.

Le critiche all’operato del centrodestra sono state condivise da diversi leader dell’opposizione, inclusi Giuseppe Conte, Riccardo Magi, Matteo Richetti, Mara Carfagna e Angelo Bonelli. Nicola Fratoianni, politico di Sinistra Italiana, ha espresso indignazione su Twitter, etichettando l’azione come una “guerra ai poveri”.

In netto contrasto, Matteo Renzi di Italia Viva ha sostenuto l’idea di concentrarsi più sulla partecipazione dei lavoratori agli utili e l’aumento degli stipendi per la classe media, piuttosto che stabilire un salario minimo orario per legge. Italia Viva ha presentato un emendamento alla Camera in cui si propone che il livello del salario minimo orario non sia stabilito dalla legge, ma da una commissione di esperti.

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