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Privatizzazioni o sovranismo? Il dibattito tra i partiti italiani

3 Set 2023 - Approfondimenti Politici

Privatizzazioni o sovranismo? Il dibattito tra i partiti italiani

Dopo le vacanze estive, il tema delle privatizzazioni è tornato al centro del dibattito tra i partiti italiani. Da una parte, ci sono le forze liberali, come Forza Italia, che sostengono la necessità di ridurre il ruolo dello Stato nell’economia e di cedere quote di partecipazione in società pubbliche o strategiche. Dall’altra, ci sono le forze sovraniste, come la Lega, che difendono l’importanza di mantenere il controllo pubblico su certe realtà considerate vitali per gli interessi nazionali.

Queste posizioni sono nella programmazione politica dei partiti che compongono la maggioranza di governo. Si tratta quindi di un dibattito interno alla coalizione, che potrebbe avere ripercussioni sulle prossime scelte economiche e sulle alleanze future.

La posizione dei liberali

I partiti liberali italiani si ispirano alla tradizione moderata e alla visione liberale e liberista dello Stato. Tra questi, il principale esponente è Forza Italia che ha espresso la sua apertura alla vendita di alcune partecipazioni statali, creando malumori nella maggioranza.

Tra le operazioni di privatizzazione auspicate da Forza Italia, ci sono quelle riguardanti la Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps) e i porti. Mps è la banca salvata dallo Stato nel 2017, di cui detiene il 64,2% del capitale. Il governo si è impegnato a cedere questa quota entro il 2024, ma finora non ha trovato acquirenti interessati. I porti sono invece infrastrutture strategiche per il commercio e il turismo, ma anche per la sicurezza e la difesa nazionale.

Il ministro degli Esteri e presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, ha dichiarato che “su Mps si deve procedere alla privatizzazione, lo Stato non deve fare il banchiere. Prima si fa meglio è” e che “è giusto andare su questa strada” anche per i porti. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy e esponente di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, ha condiviso questa linea, sostenendo che la proposta di vendita deve venire dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

Secondo i liberali, le privatizzazioni sarebbero utili per alleggerire il debito pubblico, favorire la concorrenza e l’efficienza del mercato, attrarre investimenti esteri e stimolare la crescita economica.

La posizione dei sovranisti

I partiti sovranisti italiani si basano su una concezione nazionalista e sovranista dello Stato e della politica. Tra questi, il principale rappresentante è la Lega, il partito guidato da Matteo Salvini, che ha espresso la sua contrarietà alla vendita di alcune partecipazioni statali.

Tra le operazioni di privatizzazione osteggiate dalla Lega, ci sono quelle riguardanti Mps e i porti. La Lega ha infatti in quota il presidente della banca senese e ha sempre difeso l’importanza di mantenere il controllo pubblico su una realtà storica e simbolica per l’Italia. I porti sono invece visti come asset strategici per la sovranità nazionale e per la gestione dei flussi migratori, ma, soprattutto, si teme che con la vendita, si potrebbero inserire investimenti cinesi.

Il vicepresidente della commissione Finanze della Camera e responsabile economico della Lega, Alberto Bagnai, ha affermato che “così come la privatizzazione dei porti, già opportunamente smentita dalla premier, anche la vendita della quota di Monte dei Paschi non è all’ordine del giorno. Il governo ha il dovere di approfondire i dossier e discuterne attentamente e riservatamente”. Il sottosegretario leghista del Mef, Federico Freni, ha invitato alla cautela, sottolineando che i tempi di vendita “non dipendono solo dalla volontà del governo, ma da fattori esogeni come l’andamento della Borsa e dei mercati”.

Secondo i sovranisti, le privatizzazioni sarebbero dannose per la tutela degli interessi nazionali, per la salvaguardia dei livelli occupazionali e sociali, per la preservazione del patrimonio culturale e identitario del paese.

Una valutazione critica

Il confronto tra le posizioni dei partiti liberali e sovranisti in Italia sulle privatizzazioni mostra come si tratti di una questione complessa e delicata, che richiede una valutazione critica e non ideologica. Non esiste infatti una risposta univoca e definitiva al dilemma tra privatizzare o no, ma occorre considerare i pro e i contro di ogni caso specifico, tenendo conto delle caratteristiche e delle esigenze del settore, dell’azienda, dei lavoratori, dei consumatori e dell’interesse generale.

In generale, si può dire che le privatizzazioni possono avere effetti positivi o negativi a seconda di come vengono realizzate e regolate. Se vengono fatte in modo trasparente, competitivo e partecipativo, possono portare a una maggiore efficienza, innovazione e qualità dei servizi. Se invece vengono fatte in modo opaco, monopolistico e clientelare, possono portare a una riduzione dei diritti, della sicurezza e della sostenibilità.

Inoltre, si deve tenere presente che le privatizzazioni non sono l’unico strumento a disposizione per migliorare la gestione delle aziende pubbliche o strategiche. Esistono infatti altre modalità di intervento, come la riforma della governance, il rafforzamento della vigilanza, la promozione della concorrenza, la valorizzazione delle risorse umane, che possono contribuire a rendere più efficiente ed efficace il ruolo dello Stato nell’economia.

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