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Maggioranza propone un approccio ponderato sul salario minimo, chiede un rinvio per un’analisi più approfondita”

25 Lug 2023 - Italia

Maggioranza propone un approccio ponderato sul salario minimo, chiede un rinvio per un’analisi più approfondita”

La questione del salario minimo in Italia ha recentemente suscitato un acceso dibattito tra la maggioranza e l’opposizione in Commissione Lavoro. Il nodo centrale della discussione è il decreto soppressivo proposto dalla maggioranza, che mira a sopprimere la proposta di legge dell’opposizione sul salario minimo. L’opposizione ha sollevato una nuova barricata, chiedendo alla maggioranza di ritirare il decreto soppressivo e di portare la questione in Aula per una discussione generale, come previsto dal calendario della Camera.

La premier italiana, Giorgia Meloni, ha espresso la sua preoccupazione per la proposta di legge durante un’intervista a Rtl, affermando che “il tema per il quale io ho un dubbio sul salario minimo è che è un bel titolo, funziona molto bene come slogan, ma nella sua applicazione rischia di creare dei problemi”. Meloni ha sottolineato l’importanza della contrattazione sindacale in Italia e ha espresso la sua preoccupazione che la proposta di legge possa minare i diritti dei lavoratori che hanno già un contratto.

La segretaria Elly Schlein ha risposto alle parole di Meloni, affermando che “Faccio fatica a capire come si possano considerare slogan le condizioni di milioni di lavoratori e lavoratrici, noi siamo disponibili al confronto ma serve il ritiro dell’emendamento soppressivo, per un confronto sul merito”.

L’opposizione, tuttavia, rimane scettica sulla reale volontà della maggioranza di aprire un confronto sul tema. Francesco Boccia, senatore dem, ha definito le parole di Meloni come “uno stucchevole balletto” e ha sottolineato che la proposta di legge dell’opposizione è in pericolo di essere cancellata dal decreto soppressivo.

Il presidente della Commissione, Walter Rizzetto, ha aperto alla possibilità di ritirare l’emendamento, a condizione che i lavori vengano sospesi fino a settembre dopo l’approdo del testo alla Camera. Questa proposta è stata respinta dai partiti di opposizione.

Per Giuseppe Conte, l’apertura di Rizzetto è un primo passo, ma non sufficiente, soprattutto se accompagnato dalla volontà dilatoria della maggioranza. Anche il Partito Democratico ha escluso qualsiasi rinvio e ha chiesto che il testo sia portato in Aula per essere discusso.

La data per la discussione in Aula è già stata fissata per giovedì 27 luglio. Tuttavia, per arrivare a questa data, è necessario il ritiro dell’emendamento soppressivo. L’opposizione ha continuato a chiedere il ritiro dell’emendamento e ha ribadito la sua posizione anche al termine di una riunione dei capigruppo in Commissione lavoro.

La situazione rimane tesa e il voto di domani in Commissione lavoro sarà un test cruciale per saggiare la volontà del governo di aprire un dialogo sulla questione.

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Redazione - Il Politico

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