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L’ Equilibrio del mondo cambia? Il Brics lancia la sfida al G7

25 Ago 2023 - Approfondimenti Politici

L’ Equilibrio del mondo cambia? Il Brics lancia la sfida al G7

I BRICS, acronimo di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, a cui sta aggiungendo anche l’Arabia Saudita, sono un gruppo di economie emergenti che hanno catturato l’attenzione globale con la loro rapida crescita e la loro crescente influenza. Nati da una visione condivisa di un nuovo ordine mondiale, i BRICS si propongono di riformare il sistema globale dominato da lungo tempo dagli Stati Uniti e dai loro alleati. Per farlo, i BRICS puntano a diversificare le loro fonti di approvvigionamento e a sviluppare le proprie capacità produttive di risorse chiave come le terre rare, l’uranio e il petrolio.

Ma l’ingresso dell’Arabia Saudita nel club dei BRICS potrebbe essere il colpo di scena più intrigante. Con le sue vaste riserve di petrolio e la sua influenza nel Medio Oriente, l’Arabia Saudita potrebbe rimescolare le carte. Da un lato, potrebbe cercare di diversificare la sua economia e ridurre la sua dipendenza dagli Stati Uniti. Dall’altro, dovrà navigare con attenzione tra le complesse relazioni con paesi come Iran, Cina e Russia.

E parlando di petrolio, non possiamo ignorare la Russia, con la sua potente presenza sia nel mercato del petrolio che del gas naturale. Ma la Russia ha anche un altro asso nella manica: la sua capacità di resistere alle sanzioni occidentali. Grazie alla cooperazione con i BRICS, la Russia ha diversificato le sue relazioni commerciali, cercato alternative al sistema finanziario dominato dal dollaro e riformato il suo settore energetico.

Tuttavia, nonostante queste mosse strategiche, la Russia deve ancora affrontare sfide interne, come la corruzione e la dipendenza dalle materie prime.
I BRICS, quindi, con le loro immense risorse e ambizioni, stanno cercando di plasmare un futuro in cui detengono le redini del potere. Ma come in ogni storia, ci sono sfide e ostacoli. Divergenze politiche, dispute territoriali e pressioni ambientali sono solo alcune delle sfide che potrebbero rallentare la loro ascesa. Ma una cosa è certa: i BRICS sono qui per restare e il mondo sta guardando.

Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi metallici che hanno proprietà magnetiche, ottiche ed elettriche uniche. Sono essenziali per la produzione di una serie di tecnologie verdi, come le auto elettriche, le turbine eoliche, i pannelli solari e le batterie. Sono anche usate in settori strategici come la difesa, l’aerospazio, le telecomunicazioni e l’informatica. La domanda mondiale di terre rare è in costante aumento, ma l’offerta è limitata e concentrata in pochi paesi. La Cina è il principale produttore e consumatore di terre rare, con circa il 60% della produzione globale e il 70% del consumo. La Cina ha anche il controllo di circa il 40% delle riserve mondiali di terre rare. Gli altri paesi BRICS hanno anch’essi riserve significative di terre rare: il Brasile ha il 18%, la Russia il 15%, l’India il 6% e il Sudafrica il 5%. Tuttavia, questi paesi hanno una capacità produttiva inferiore a quella della Cina e devono affrontare sfide come la mancanza di infrastrutture, la regolamentazione ambientale, la concorrenza dei prezzi e le sanzioni internazionali.

L’uranio è un elemento radioattivo che viene usato principalmente per produrre energia nucleare. L’energia nucleare è considerata una fonte di energia pulita, sicura ed efficiente che può contribuire alla transizione energetica globale verso una riduzione delle emissioni di gas serra. La domanda mondiale di uranio è prevista in aumento, soprattutto da parte dei paesi in via di sviluppo che vogliono diversificare il loro mix energetico. La Russia è il secondo produttore mondiale di uranio, con circa il 20% della produzione globale. La Russia ha anche una forte presenza nel mercato dell’arricchimento dell’uranio, con una quota del 36%. La Cina è il quarto consumatore mondiale di uranio, con una quota del 14%. La Cina ha anche un ambizioso programma nucleare che prevede di aumentare la sua capacità installata da 49 GW a 70 GW entro il 20253. Il Brasile, l’India e il Sudafrica hanno anch’essi riserve e produzione di uranio, ma in misura minore.

L’Arabia Saudita è uno dei maggiori esportatori di petrolio al mondo, con una quota del 13% della produzione globale. L’Arabia Saudita ha anche una forte influenza politica e religiosa nel Medio Oriente e nel mondo islamico. L’ingresso dell’Arabia Saudita nei BRICS potrebbe avere un impatto significativo sulle dinamiche regionali e globali, in termini di sicurezza, energia e commercio. Da un lato, l’Arabia Saudita potrebbe beneficiare della cooperazione con i BRICS per diversificare la sua economia, ridurre la sua dipendenza dagli Stati Uniti e accrescere il suo ruolo internazionale. Dall’altro lato, l’Arabia Saudita potrebbe affrontare delle sfide nel bilanciare i suoi interessi e le sue alleanze con i paesi rivali o ostili dei BRICS, come l’Iran, la Cina e la Russia. Inoltre, l’Arabia Saudita potrebbe dover gestire le possibili reazioni negative degli Stati Uniti e dei suoi partner regionali, come Israele e gli altri paesi del Golfo, che potrebbero vedere il suo avvicinamento ai BRICS come una minaccia alla loro sicurezza e ai loro interessi.

Il petrolio è una fonte di energia fossile che viene usata principalmente per i trasporti, l’industria e la generazione elettrica. Il petrolio è anche la materia prima per la produzione di prodotti petrolchimici come la plastica, i fertilizzanti e i farmaci. Il petrolio rimane una risorsa strategica per l’economia mondiale, nonostante gli sforzi per ridurre la dipendenza da esso. La domanda mondiale di petrolio è influenzata da fattori come la crescita economica, i prezzi, le politiche energetiche e le tensioni geopolitiche. La Russia è il secondo produttore mondiale di petrolio, con circa il 12% della produzione globale. La Russia ha anche una posizione dominante nel mercato del gas naturale, con una quota del 17%. Il Brasile è il nono produttore mondiale di petrolio, con circa il 3% della produzione globale4. Il Brasile ha anche grandi riserve di petrolio pre-salino, che sono considerate una delle più promettenti al mondo. La Cina è il quinto produttore mondiale di petrolio, con circa il 5% della produzione globale. La Cina è anche il primo consumatore mondiale di petrolio, con una quota del 14%. L’India e il Sudafrica sono importatori netti di petrolio, con una domanda in crescita a causa della loro espansione economica e demografica.

Inoltre non dobbiamo dimenticare che la Russia è uno dei paesi più colpiti dalle sanzioni occidentali, imposte a seguito dell’annessione della Crimea nel 2014 e del sostegno ai separatisti nell’est dell’Ucraina. Le sanzioni hanno avuto un impatto negativo sull’economia russa, riducendo gli investimenti, le esportazioni, il credito e la fiducia dei consumatori. Tuttavia, la Russia ha anche trovato dei modi per resistere e adattarsi alle sanzioni, grazie anche alla cooperazione con i BRICS. Tra le strategie adottate dalla Russia ci sono:

  • La diversificazione delle relazioni commerciali e finanziarie con i paesi BRICS e altri partner emergenti, come l’Iran, la Turchia e il Venezuela. La Russia ha aumentato le sue esportazioni di energia, metalli, prodotti agricoli e armi verso questi mercati, compensando in parte la perdita di quote in Europa e negli Stati Uniti. La Russia ha anche beneficiato di prestiti e investimenti da parte di Cina e India, che hanno sostenuto i suoi progetti infrastrutturali e industriali.
  • La creazione di meccanismi alternativi al sistema finanziario dominato dal dollaro e dalle istituzioni occidentali. La Russia ha promosso l’uso delle valute nazionali nei pagamenti bilaterali e multilaterali con i paesi BRICS e altri alleati. La Russia ha anche partecipato alla fondazione della Banca dei BRICS per lo sviluppo e del Fondo dei BRICS per la stabilizzazione valutaria, che offrono fonti di finanziamento e assistenza in caso di crisi.
  • La riforma del settore energetico e delle politiche fiscali e monetarie. La Russia ha ridotto la sua dipendenza dal petrolio, aumentando la produzione di gas naturale e di energia nucleare. La Russia ha anche introdotto una tassa sulle esportazioni di petrolio e una regola fiscale che limita la spesa pubblica in base al prezzo del petrolio. Inoltre, la Russia ha permesso al rublo di fluttuare liberamente sul mercato, assorbendo gli shock esterni e aumentando la competitività delle esportazioni.

La Russia ha, quindi, dimostrato una notevole capacità di resilienza alle sanzioni occidentali, sfruttando le opportunità offerte dalla cooperazione con i BRICS. Tuttavia, la Russia deve anche affrontare le sfide strutturali che limitano il suo potenziale di crescita a lungo termine, come il calo demografico, la corruzione, la mancanza di innovazione e la dipendenza dalle materie prime.

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