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Il delicato incarico di Blinken: Diplomazia e Conflitto in Terra d’Israele

3 Nov 2023 - Medio Oriente

Il delicato incarico di Blinken: Diplomazia e Conflitto in Terra d’Israele

Antony Blinken, il Segretario di Stato degli Stati Uniti, ha posato i piedi sul suolo israeliano venerdì, con una missione tanto delicata quanto cruciale: sollecitare il governo israeliano a ponderare le conseguenze della sua offensiva a Gaza, nel contesto di una crescente ondata di disapprovazione internazionale e di un bilancio di vittime civili che si aggrava di giorno in giorno.

La visita di Blinken giunge in un momento in cui il diplomatico deve fare i conti con un duplice imperativo: sostenere l’alleato storico nella sua difesa, senza trascurare l’appello globale per la salvaguardia delle vite innocenti. La sua agenda include incontri con il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e il gabinetto di guerra israeliano, nei quali dovrà destreggiarsi tra l’appoggio incondizionato a Israele e la pressione per una maggiore moderazione.

In compagnia di Jack Lew, il fresco Ambasciatore USA in Israele, Blinken è approdato a Tel Aviv con il pesante fardello delle aspettative americane e internazionali. Prima di lasciare Washington, ha preannunciato l’intenzione di trattare temi scottanti quali la campagna contro Hamas e le misure essenziali per prevenire la perdita di vite innocenti.

Blinken si è trovato a dover navigare in acque diplomatiche agitate, evitando di dettagliare pubblicamente i “passi concreti” che Israele dovrebbe attuare, limitandosi a condannare le tattiche di Hamas che, secondo lui, si cela dietro la popolazione civile.

Dietro le quinte, si sussurra che funzionari statunitensi abbiano espresso in termini inequivocabili la loro preoccupazione per le ripercussioni delle immagini di devastazione emerse da Gaza, sottolineando come queste possano influenzare la capacità di Israele di perseguire i suoi obiettivi strategici.

In questo contesto, la continuità nell’assistenza umanitaria e l’evacuazione dei civili, inclusi cittadini americani, diventano cardini delle discussioni. Le trattative per aprire i canali di fuga sono state lunghe e complesse, e hanno richiesto un’intensa pressione da parte degli Stati Uniti.

La visita si carica di un ulteriore significato strategico, focalizzandosi sul “dopo”: la visione di una pace duratura e di una sicurezza reciproca tra israeliani e palestinesi. Un obiettivo, questo, che si erge a sfida nelle attuali circostanze, con l’idea di una soluzione a due stati che sembra vacillare di fronte all’offensiva in corso e alle crescenti tensioni in Cisgiordania.

La posizione ufficiale americana, espressa dal portavoce del Dipartimento di Stato Matt Miller, ribadisce un messaggio chiaro: la violenza dei coloni israeliani in Cisgiordania è inaccettabile e va fermata, con i responsabili che devono essere chiamati a rendere conto.

La missione di Blinken rappresenta dunque un crocevia fondamentale: un’opportunità per plasmare le dinamiche future del conflitto israelo-palestinese, con la consapevolezza che ogni decisione potrà echeggiare ben oltre i confini della regione.

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