Forza Italia, tra debiti, fideiussioni e finanziamenti
7 Lug 2023 - Italia
La morte di Silvio Berlusconi, avvenuta il 12 giugno 2023, ha aperto una fase delicata per il futuro di Forza Italia, il partito che ha fondato e guidato per quasi trent’anni. Oltre alla questione della leadership e dell’identità politica, infatti, il partito azzurro deve affrontare anche il problema dei soldi: come gestire i debiti accumulati negli anni, come garantire le risorse per le prossime campagne elettorali, come regolare la proprietà del simbolo.
I debiti di Forza Italia e le fideiussioni di Berlusconi
Secondo quanto riportato dalla testata “Il sole 24 ore”, l’esposizione debitoria di Forza Italia sarebbe finora stata garantita dalle fideiussioni – ammontanti a circa 90 milioni di euro – sottoscritte proprio dal defunto leader del partito. Queste fideiussioni passeranno in eredità ai cinque figli di Berlusconi, che si troveranno a dover coprire i debiti del partito con il loro patrimonio personale. Ogni figlio, infatti, si ritroverà circa 20 milioni di euro di debiti di Forza Italia, nonostante abbiano già versato nel 2023 centomila euro a testa al partito, per volere del padre. La famiglia Berlusconi ha però assicurato una continuità al progetto politico del Cavaliere, promettendo di sostenere il partito anche in vista delle elezioni europee del 20242.
I finanziamenti
Oltre alle fideiussioni di Berlusconi, Forza Italia ha ricevuto negli anni anche finanziamenti da privati e aziende, sia sotto forma di contributi diretti sia sotto forma di sponsorizzazioni. Tra i principali finanziatori del partito azzurro ci sono stati Stefano Bandecchi, imprenditore e fondatore dell’Università telematica Niccolò Cusano (Unicusano), che ha versato almeno 300 mila euro tra il 2019 e il 20213, e Francesco Gaetano Caltagirone, editore e costruttore, che ha donato 100 mila euro nel 2020 attraverso la sua società Cementir Holding. Altri finanziamenti sono arrivati da società legate ai settori dell’energia, dell’edilizia, della sanità e della comunicazione. Tra luglio e settembre 2023, dopo l’addio al governo Draghi, Forza Italia ha raccolto 1,7 milioni di euro di contributi, portando il totale da inizio anno a 3,2 milioni.
Il rebus del simbolo
Un altro aspetto delicato riguarda la proprietà del simbolo di Forza Italia, che per trent’anni ha rappresentato il marchio distintivo del partito e del suo leader. Il simbolo è formalmente registrato presso l’Ufficio centrale per il referendum della Corte di cassazione a nome della società Publitalia ’80 S.p.A., controllata da Fininvest S.p.A., la holding della famiglia Berlusconi. Questo significa che il simbolo appartiene alla famiglia Berlusconi e non al partito, che ne usufruisce in virtù di un contratto stipulato con Publitalia ’80 S.p.A. Il contratto prevede che il partito possa usare il simbolo solo se rispetta le linee politiche indicate da Silvio Berlusconi e se non si allea con forze politiche avverse. In caso contrario, la famiglia Berlusconi potrebbe revocare l’uso del simbolo al partito. Si tratta quindi di un potere discrezionale che potrebbe condizionare le scelte future di Forza Italia.