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Difesa Comune Europea: Il Finanziamento tramite MES Tra Sfide Legali e Necessità di Equità

7 Mag 2024 - Europa

L'idea di finanziare la difesa comune europea attraverso il Meccanismo Europeo di Stabilità incontra ostacoli significativi, tra complessità legali e questioni di equità, mentre alternative come l'impegno al 2% del PIL per la difesa emergono come soluzioni più praticabili.

Difesa Comune Europea: Il Finanziamento tramite MES Tra Sfide Legali e Necessità di Equità

La proposta di utilizzare il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) per sostenere le spese future dell’Unione Europea in ambito di difesa comune solleva questioni complesse e sfide significative. L’idea, che mira a una collaborazione finanziaria più stretta tra i Paesi membri, si scontra con l’opinione pubblica e la politica dei Paesi nordici, tradizionalmente più reticenti a questo tipo di integrazione fiscale.

Sfide Legali e Procedure Complesse

Modificare il trattato del MES per ampliarne le funzioni verso la difesa comune non è un’operazione semplice né rapida. Richiede, infatti, l’unanimità dei venti Stati membri della zona euro nel Consiglio e successivamente la ratifica da parte dei Parlamenti nazionali, secondo le leggi interne di ogni Paese. Questo percorso, lungo e intricato, rappresenta un ostacolo non trascurabile.

Questioni di Equità e Sostenibilità Finanziaria

L’uso del MES per finanziare le spese di difesa di tutta l’UE pone anche problemi di equità. I fondi del Meccanismo provengono esclusivamente dai Paesi dell’Eurozona, il che significa che questi Stati sarebbero i principali finanziatori di un progetto che beneficia l’intera Unione. Tale prospettiva sembra poco probabile, come osservato da alcune fonti diplomatiche.

Alternative e Soluzioni Possibili

Un’opzione più realizzabile potrebbe essere il raggiungimento dell’obiettivo del 2% del PIL in spese per la difesa da parte dei Paesi membri dell’UE che fanno anche parte della NATO. Questo approccio, conforme agli accordi presi nel 2014 in Galles, potrebbe generare un incremento significativo delle risorse destinate alla difesa, stimato tra i 60 e gli 80 miliardi di euro annui.

Nonostante alcune nazioni, come l’Italia, mostrino difficoltà a raggiungere tale soglia, principalmente a causa di un alto livello di debito pubblico, la soluzione non sembra risiedere nell’adozione di nuovi debiti tramite il MES. Questo perché incrementerebbe solo l’onere finanziario futuro senza risolvere il problema alla radice. Inoltre, con il contesto geopolitico in rapido cambiamento e le prossime elezioni presidenziali negli USA, la questione del finanziamento per la difesa assume un’urgenza ancora maggiore, richiedendo risposte concrete e sostenibili da parte di tutti i membri dell’Unione.

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