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Crisi migratoria: Il governo di Rutte cade, l’Europa centrista vacilla

7 Lug 2023 - Europa

Crisi migratoria: Il governo di Rutte cade, l’Europa centrista vacilla

La lunga saga della questione migratoria ha travolto uno dei politici più longevi dell’Europa, Mark Rutte, il quale si è visto costretto a cedere alla pressione e ha portato alla caduta del suo quarto governo. Il leader del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD) si è scontrato con il suo alleato, l’Appello Cristiano Democratico (CDA), riguardo alle misure da adottare in materia di migrazione e asilo, portando a un negoziato estenuante e inconcludente.

Mentre Rutte e il CDA cercavano di imporre restrizioni rigide sul ricongiungimento familiare per i migranti, i liberali del partito D66 e i calvinisti dell’Unione Cristiana si sono opposti a tali misure. Nella notte tra giovedì e venerdì, si è svolto l’ultimo incontro cruciale per la trattativa, che alla fine ha costretto Rutte ad ammettere la sconfitta. Il suo quarto governo, guidato con il titolo ufficiale di Ministro-Presidente, ha avuto un’esperienza travagliata.

Il Partito VVD aveva vinto le elezioni nel marzo 2021, ma senza ottenere la maggioranza per governare da solo, un evento quasi inusuale nei Paesi Bassi. Questa volta, i negoziati per la formazione del governo sono stati particolarmente difficili. Dopo ben 271 giorni di trattative, nel gennaio 2022, il governo Rutte IV è stato formato grazie al supporto cruciale dei liberali del D66, che hanno ottenuto il ministero delle Finanze assegnato a Sigrid Kaag. Da quel momento in poi, il governo olandese ha navigato in acque agitate. Tuttavia, il vero campanello d’allarme è stato suonato dalle elezioni locali della scorsa primavera, vinte dal neonato partito degli agricoltori (BBB), una formazione populista e ostile alle politiche ambientali, che sono portate avanti anche da un olandese, il vicepresidente della Commissione UE Frans Timmermans. Nonostante tutto, ciò che ha causato la deflagrazione del governo dell’Aia è stato il dossier migranti e la questione del ricongiungimento familiare.

Un ultimo tentativo di mediazione, proposto dal segretario di Stato Eric Van der Burg, prevedeva un temporaneo stop ai ricongiungimenti familiari in caso di aumento eccessivo dei flussi migratori. Tuttavia, per i liberali e soprattutto per l’Unione Cristiana, tale misura era considerata eccessivamente severa. La trincea calvinista non si è arresa e, come annunciato dai media locali, è caduto il governo. In Europa, la fine del governo Rutte rischia di danneggiare l’asse centrista che finora ha sostenuto le decisioni di Bruxelles.

Il partito di Rutte fa parte dei liberali di Renew ed è al governo dall’ottobre 2010. Oltre all’ungherese Viktor Orban, Rutte è il capo di governo europeo che ha mantenuto la sua posizione per il periodo più lungo. Secondo i media locali, è molto probabile che si svolgano nuove elezioni a ottobre. Mentre la destra festeggia, con il leader del PVV Geert Wilders che ha scritto su Twitter “Adieu Rutte”, la strategia di Rutte rimane un enigma. Per l’ex aspirante pianista che si è dedicato alla politica, tuttavia, la sfida di tornare al governo per la quinta volta potrebbe essere la più difficile di tutte.

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