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Alleanza di Fuoco: Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone Rinforzano il Fronte Contro Cina e Corea del Nord a Camp David

16 Ago 2023 - Geopolitica

Alleanza di Fuoco: Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone Rinforzano il Fronte Contro Cina e Corea del Nord a Camp David

Un fronte unito per sfidare Cina e Corea del Nord: Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone sono pronti a rafforzare la loro cooperazione in ambito militare ed economico, compresi i settori chiave come tecnologia e difesa, con particolare enfasi sulla missilistica. Questo incontro cruciale è previsto per venerdì e si terrà a Camp David, dimora presidenziale situata sulle montagne del Maryland.

USA, Giappone e Corea del Sud: una nuova NATO nel pacifico?

Accanto al presidente Joe Biden, i leader giapponese, Fumio Kishida, e sudcoreano, Yoon Suk Yeol. L’iniziativa è stata etichettata come la nascita di una “mini-NATO asiatica” da Pechino, vista come un’evidente provocazione e un potenziale impulso verso un aumento delle tensioni nell’Asia-Pacifico. Tuttavia, l’attenzione della Cina è principalmente focalizzata sulle posizioni che verranno prese nei confronti di Taiwan.

Camp David non ospiterà una vera e propria alleanza di difesa simile alla NATO, ma sicuramente segnerà un passo avanti nell’ambito della cooperazione missilistica e del coordinamento delle informazioni. Saranno istituite linee dirette di comunicazione tra le capitali dei tre paesi.

Il disgelo tra Corea del Sud e Giappone

Per Biden, questo rappresenta un risultato significativo, dato l’antagonismo storico tra Giappone e Corea del Sud. Nonostante anni di sforzi a Washington per favorire la riconciliazione, i due alleati asiatici sono stati spesso in conflitto, soprattutto a causa dell’occupazione giapponese della Corea nel corso del Novecento. Questo ha portato a dispute su isole contese, richieste di scuse pubbliche da parte del Giappone per le azioni coloniali passate, e tensioni legate a questioni come le “donne di conforto” e il lavoro forzato. Solo a marzo di quest’anno un vertice bilaterale ha riavvicinato le relazioni dopo anni di stallo diplomatico.

La crescente assertività della Cina, le minacce bellicose della Corea del Nord e anche gli eventi globali come la guerra in Ucraina hanno contribuito a rafforzare il legame tra Tokyo e Seul. Inoltre, il tradizionale discorso di commemorazione di Yoon, tenuto in occasione del 78° anniversario della liberazione della Corea dal dominio coloniale giapponese, ha assunto un tono diverso quest’anno. L’attenzione è stata spostata verso il rafforzamento della sicurezza con il Giappone e gli Stati Uniti, evitando di richiedere scuse e risarcimenti.

Le posizioni di USA e CINA

Gli Stati Uniti intendono capitalizzare su questa riconciliazione e stabilizzare l’alleanza nell’Indo-Pacifico. Christopher Johnstone, ex funzionario della Casa Bianca ora nel think tank Center for Strategic and International Studies (CSIS), ha sottolineato l’importanza di istituzionalizzare i progressi raggiunti per rendere difficile per i futuri leader distanziarsi dall’alleanza. Tuttavia, egli riconosce che Biden dovrà affrontare uno scetticismo persistente nelle capitali asiatiche e le critiche interne alle politiche di distensione di Yoon e Kishida.

Un esperto militare cinese, Song Zhongping, ha offerto una visione cinese della situazione al Global Times. Egli sostiene che si stia “progettando una mini-NATO”, un meccanismo di difesa congiunto che potenzia le capacità nel comando militare, nell’allarme tempestivo, nella tecnologia missilistica e in altre aree. Questo può sembrare rivolto principalmente alla Corea del Nord, ma il vero obiettivo è la Cina.

L’attenzione è ora puntata sulla dichiarazione congiunta che verrà emanata dai tre leader a Camp David, soprattutto riguardo allo status di Taiwan. L’uso del linguaggio in merito alla pace e stabilità nello Stretto di Taiwan sarà cruciale per capire se si intende alzare la tensione con la Cina.

La cooperazione economica con la Cina

Un’altra tematica centrale a Camp David riguarderà la cooperazione economica per la sicurezza. Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone mirano a rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento, prioritaria nella competizione con la Cina. Nonostante gli annunci sulla riduzione dei rischi, la dipendenza commerciale degli Stati Uniti dalla Cina sembra non diminuire, come indicato da un’analisi dell’Economist. Le catene produttive cinesi restano cruciali per gli Stati Uniti, specialmente nei settori ad alta tecnologia. Anche la Corea del Sud, che esporta oltre il 40% dei suoi chip in Cina, ha bisogno di bilanciare le restrizioni statunitensi. In questo contesto, il Giappone sembra più incline a stringere i controlli sulle esportazioni per allinearsi alle politiche restrittive degli Stati Uniti.

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