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Niger, nessun accordo dopo l’ultimatum dell’Ecowas ai golpisti

6 Ago 2023 - Mondo

Niger, nessun accordo dopo l’ultimatum dell’Ecowas ai golpisti

È scaduto l’ultimatum imposto dalla Comunità economica degli Stati africani occidentali (Ecowas) alla giunta militare che ha rovesciato il presidente del Niger Mohamed Bazoum il 26 luglio 2023.

L’Ecowas aveva chiesto il rilascio immediato del presidente e il ripristino dell’ordine costituzionale, minacciando sanzioni e un possibile intervento militare. Tuttavia, nessun accordo è stato raggiunto tra le parti, e la situazione rimane tesa e incerta.

I golpisti

I golpisti, guidati dal generale Abdourahamane Tchiani, si sono rifiutati di cedere il potere e hanno sostenuto di aver agito per salvare il paese dalla crisi di sicurezza, economica e sociale causata dalla gestione del presidente Bazoum, appartenente alla minoranza araba. Il Consiglio nazionale di salvezza (CNS), l’organo militare che ha preso il controllo del paese, ha dichiarato di voler avviare una transizione verso un governo civile e democratico, ma non ha fornito alcuna roadmap o scadenza.

L’Ecowas

L’Ecowas, che riunisce 15 paesi dell’Africa occidentale, ha espresso la sua ferma condanna del colpo di stato e ha ribadito il suo sostegno al presidente Bazoum, eletto a marzo 2021 con il 55,75% dei voti.

Il presidente dell’Ecowas e della Nigeria, Bola Tinubu, si è detto allergico ai golpisti e ha affermato che il Niger è una linea rossa per la democrazia e la stabilità della regione. L’Ecowas ha anche inviato una delegazione di mediazione a Niamey, la capitale del Niger, ma il vertice è saltato per il rifiuto dei golpisti di incontrare i rappresentanti dell’organizzazione.

L’Ecowas ha quindi convocato una riunione dei capi di stato maggiore a Abuja, in Nigeria, per discutere i dettagli di un eventuale intervento militare nel Niger. Il commissario per gli affari politici, la pace e la sicurezza dell’Ecowas, Abdel-Fatau Musah, ha dichiarato che tutti gli elementi sono stati messi in evidenza e perfezionati, compresi i tempi, le risorse necessarie e il come, dove e quando dispiegare una tale forza.

I Paesi africani

Tuttavia, l’ipotesi di un uso della forza ha incontrato l’opposizione di alcuni paesi africani non appartenenti all’Ecowas, come l’Algeria e il Ciad, che hanno invitato al dialogo e al rispetto della sovranità del Niger. Il Ciad ha anche avvertito che un intervento militare sarebbe considerato una dichiarazione di guerra anche nei suoi confronti. Anche l’Unione africana (UA) e le Nazioni Unite (ONU) hanno espresso la loro preoccupazione per la situazione in Niger e hanno chiesto una soluzione pacifica e inclusiva alla crisi politica.

La comunità internazionale

La comunità internazionale ha seguito con attenzione gli sviluppi in Niger, un paese strategico per la sicurezza e lo sviluppo dell’Africa. Il Niger è infatti uno dei paesi più poveri e vulnerabili del mondo, ma anche uno snodo cruciale per il contrasto al terrorismo e alla crisi migratoria nel Sahel. La Francia, ex potenza coloniale e principale partner del Niger per l’estrazione dell’uranio, ha condannato il colpo di stato e ha smentito ogni intenzione di intervenire militarmente.

La Francia ha anche subito l’assalto dei manifestanti filo-golpisti alla sua ambasciata a Niamey. Anche la Russia e la Cina hanno preso le distanze dal colpo di stato, pur avendo interessi strategici ed economici in Africa. La Russia è stata accusata di aver ispirato il golpe tramite i mercenari della società Wagner, già attivi in Mali e Libia, ma il Cremlino ha negato ogni coinvolgimento.

La Cina, invece, ha invitato al dialogo e al rispetto della sovranità del Niger, dove ha investito in vari settori come le infrastrutture, l’energia e le telecomunicazioni.

Il futuro del Niger

Il futuro del Niger dipenderà dalla capacità dei suoi attori interni ed esterni di trovare una soluzione pacifica e inclusiva alla crisi politica, che possa garantire la democrazia, la stabilità e il progresso del paese. L’Ecowas ha dimostrato la sua determinazione a difendere i valori democratici e a non tollerare i colpi di stato, ma dovrà anche tenere conto delle sfide e delle sensibilità regionali.

Il Niger ha bisogno di un dialogo nazionale che coinvolga tutte le forze politiche e sociali, e di un sostegno internazionale che non sia solo militare, ma anche economico e umanitario.

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