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Europa divisa sulle nomine UE: Fitto e Ribera al centro delle tensioni

12 Nov 2024 - Europa

Slitta il voto del Parlamento Europeo sui vicepresidenti esecutivi della Commissione. Fitto e Ribera ostacolati da giochi di alleanze e rivalità interne che minacciano l’unità dell’UE.

Europa divisa sulle nomine UE: Fitto e Ribera al centro delle tensioni

Oggi, 12 novembre 2024, il Parlamento Europeo si trova a un bivio cruciale con la decisione sulle nomine dei vicepresidenti esecutivi della Commissione Europea, proposte dalla presidente Ursula von der Leyen. Il voto, previsto inizialmente per oggi, potrebbe subire uno slittamento al giorno seguente. Questo rinvio, motivato dalla necessità di costruire un’ampia maggioranza che consenta l’approvazione dei candidati senza troppe divisioni, rispecchia le profonde tensioni interne tra le varie forze politiche europee, ognuna con proprie priorità e riserve strategiche.

Il rebus delle alleanze: Fitto e gli ostacoli politici

Nel contesto di queste nomine, emerge il caso di Raffaele Fitto, esponente italiano del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR). La sua candidatura è stata subito bersagliata dai Socialisti, dai Liberali e dai Verdi, che vedono in lui una figura lontana dall’orientamento della “maggioranza Ursula”, ossia quella coalizione che sostiene la rielezione di von der Leyen. Fitto rappresenta infatti un gruppo politico che si è opposto alla riconferma della presidente della Commissione, elemento che ha acceso aspre critiche e resistenze tra gli altri gruppi parlamentari. In un’Europa che fatica a costruire coesione interna, la sua nomina mette in luce le fragilità di una maggioranza che appare sempre più legata a equilibri delicati e difficilmente sostenibili nel lungo termine.

La dimensione politica interna: il caso Ribera

Le tensioni interne al Parlamento non si limitano però alla sola candidatura di Fitto. Anche Teresa Ribera, candidata spagnola e socialista, è oggetto di discussione e opposizione, questa volta da parte della delegazione spagnola del Partito Popolare Europeo (PPE). Il gruppo PPE, che a livello europeo rappresenta una delle forze principali, si trova in difficoltà di fronte alla candidatura di Ribera per questioni politiche interne spagnole, sollevando dubbi e portando avanti una linea ostile che, secondo molti osservatori, potrebbe influire sul giudizio finale. La battaglia sulla sua nomina riflette il complesso intreccio di interessi nazionali che spesso si sovrappongono alle dinamiche europee, limitando la capacità dell’Unione di procedere con decisioni coese e allineate agli obiettivi comuni.

Un effetto domino che coinvolge tutta Europa

Le candidature contese non si fermano a Fitto e Ribera. Anche Stéphane Séjourné, candidato liberale francese, rischia di essere bloccato nel tentativo di alcune delegazioni di frenare nomine non in linea con il proprio orientamento politico. Questo potrebbe creare un effetto domino pericoloso, in cui una contestazione porta inevitabilmente a ripercussioni sui candidati di altre nazionalità, ampliando lo scenario di divisioni. Al contrario, l’estone Kaja Kallas appare come una delle poche che dovrebbe ottenere luce verde senza troppi problemi. Tuttavia, il quadro complessivo suggerisce che l’Unione Europea si trovi di fronte a una prova di coesione che potrebbe risolversi in un nulla di fatto, qualora non si raggiunga un accordo per tempo. La difficoltà nel trovare un compromesso rivela un’Europa sempre più frammentata, incapace di superare le proprie divergenze per il bene comune e per la stabilità delle proprie istituzioni.

Le implicazioni per il futuro dell’Unione Europea

La questione delle nomine si carica anche di un significato simbolico: l’incapacità di approvare i vicepresidenti con un’ampia maggioranza rischia di minare l’autorità della Commissione Europea e della stessa von der Leyen, rafforzando un’immagine di divisione. L’Europa, che dovrebbe affrontare sfide globali sempre più pressanti, dalle questioni energetiche alla competizione economica, rischia di apparire debole e disorganizzata, incapace di prendere decisioni condivise e proiettare un’immagine di potenza e solidità.

L’Unione Europea si trova quindi in un momento di incertezza che potrebbe ridimensionare il suo ruolo sulla scena mondiale. In un contesto globale sempre più competitivo, un’Europa frammentata e priva di coesione rischia di perdere rilevanza politica e influenzare negativamente anche le relazioni transatlantiche, in un periodo in cui la guida statunitense di Trump è tornata a minacciare un approccio isolazionista. La capacità di trovare accordi e presentarsi come un’entità politica unitaria sarà essenziale per contrastare l’idea di un’Europa debole e frammentata, vulnerabile alle pressioni esterne e incapace di difendere i propri interessi.

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