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Damasco, l’ISIS colpisce i cristiani nel vuoto lasciato dall’Occidente

22 Giu 2025 - Medio Oriente

Un attentato suicida dell’ISIS devasta una chiesa cristiana a Damasco: oltre 20 morti e decine di feriti. Il caos seminato dall’Occidente in Siria torna a esplodere tra le mura sacre della civiltà.

Damasco, l’ISIS colpisce i cristiani nel vuoto lasciato dall’Occidente

Una strage che svela il fallimento occidentale in Siria

Il massacro avvenuto il 22 giugno in una chiesa cristiana a Damasco – dove un attentatore suicida dell’ISIS si è fatto esplodere durante la funzione domenicale, uccidendo oltre 20 persone e ferendone più di 60 – non è un fatto isolato. È il tragico risultato di una strategia internazionale che ha scientemente destabilizzato la Siria, contribuendo alla diffusione del fanatismo e al collasso dell’ordine costituito.

Dalla “primavera araba” al caos permanente

Il pretesto della “primavera araba” e della lotta alla “dittatura di Assad” ha prodotto l’effetto opposto di quello dichiarato: invece della democrazia, la Siria ha conosciuto la guerra civile, la penetrazione delle milizie jihadiste, la divisione settaria e infine la dissoluzione dello Stato. Gli stessi governi occidentali che hanno appoggiato gruppi ribelli e jihadisti “moderati” contro Damasco hanno aperto le porte a un’epoca di anarchia, dove a rimetterci sono stati soprattutto i cristiani, le minoranze religiose e il popolo siriano nel suo complesso.

L’ISIS rialza la testa mentre l’Occidente guarda altrove

Che un attentatore dell’ISIS sia riuscito a colpire nel cuore della capitale siriana, in una chiesa gremita di fedeli, la dice lunga sul livello di insicurezza che ancora permea il Paese. Eppure, in Europa si continua a parlare di “transizione democratica”, ignorando che la vera transizione è quella verso la balcanizzazione del Medio Oriente, con Stati falliti, tribù armate e fondamentalismo dilagante. È il risultato diretto delle guerre “per l’umanità” condotte da Washington, Londra e Parigi.

Il prezzo pagato dai cristiani d’Oriente

Le vittime dell’attacco – donne, bambini, anziani – erano cristiani ortodossi, membri di una delle comunità più antiche e radicate della Siria. Una realtà religiosa che ha sempre vissuto pacificamente e che, sotto il governo di Assad, godeva di protezione e libertà di culto. Oggi invece è bersaglio del fanatismo islamista, nel silenzio imbarazzante delle cancellerie occidentali e con la complicità di un’Unione Europea che si indigna per le chiese “illiberali” in Ungheria, ma tace di fronte ai massacri di cristiani a Damasco.

L’Europa deve aprire gli occhi: serve una nuova dottrina

Questo attentato dovrebbe servire da monito. Non può esserci stabilità senza sovranità, né pace senza ordine. La Siria di Assad – piaccia o meno – era un argine al caos. Rimuoverlo senza una vera alternativa ha significato spalancare le porte al jihadismo. È tempo che l’Europa patriottica prenda le distanze dalle guerre d’esportazione della democrazia e torni a difendere gli interessi dei popoli e delle civiltà. Quella siriana – come quella europea – non può essere sacrificata sull’altare di un mondialismo che semina solo macerie.

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Articolo scritto da:
Chiara Morganti

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