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Consiglio Ue contro accordo con Tunisia

18 Set 2023 - Europa

Consiglio Ue contro accordo con Tunisia

L’accordo tra l’Unione europea e la Tunisia sui migranti, firmato il 16 luglio 2023 a Cartagine dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e il premier olandese Mark Rutte, ha scatenato una forte opposizione da parte di molti governi e gruppi politici europei, che lo ritengono illegittimo, inefficace e pericoloso per i diritti umani.

Il memorandum d’intesa prevede che la Tunisia si impegni a rafforzare il controllo delle sue frontiere marittime e terrestri, a cooperare con le autorità europee per il rimpatrio dei suoi cittadini irregolari e a ospitare centri di accoglienza per i migranti intercettati in mare. In cambio, l’Ue si impegna a fornire alla Tunisia un sostegno finanziario di 255 milioni di euro, di cui 105 destinati alla gestione dell’immigrazione e 150 di assistenza macrofinanziaria, oltre a un piano di cooperazione economica e sociale.

Tuttavia, il Consiglio Ue, che rappresenta gli Stati membri, ha espresso la sua incomprensione e preoccupazione per l’azione unilaterale della Commissione, accusandola di aver firmato l’accordo senza il suo consenso preventivo e senza rispettare le procedure previste dai trattati. Inoltre, ha sollevato dubbi sulla compatibilità dell’accordo con i principi e i valori dell’Ue, in particolare sul rispetto dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati. A questo proposito, ha chiesto alla Commissione di ritirare il memorandum e di avviare una consultazione con il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali.

Anche il Parlamento europeo ha espresso la sua critica all’accordo con la Tunisia, definendolo un tentativo di esternalizzare il controllo delle frontiere senza tenere conto della situazione politica, economica e sociale del paese nordafricano, che sta attraversando una grave crisi istituzionale e sociale. In particolare, i gruppi politici di S&D, Sinistra europea e Verdi hanno chiesto alla Commissione di annullare l’accordo e di adottare una politica migratoria basata sulla solidarietà, sulla responsabilità condivisa e sul rispetto del diritto internazionale. Anche alcuni esponenti dei gruppi ECR e ID hanno espresso le loro perplessità sull’accordo, sottolineando i rischi di un aumento degli sbarchi in Italia e in Europa. Il leader del PPE, Manfred Weber, ha invece difeso l’accordo con la Tunisia, pur ammettendo che non è perfetto, ma necessario per affrontare il fenomeno migratorio.

L’accordo con la Tunisia è stato sostenuto dalla presidente Meloni, che lo ha presentato come un successo della sua presidenza del Consiglio e come un modello da replicare con altri paesi africani, come l’Egitto. Meloni ha anche elogiato il ruolo della Tunisia come unica democrazia nata dalle primavere arabe e come partner strategico dell’Ue nel Mediterraneo. Tuttavia, la sua posizione è stata contestata da diversi esponenti politici italiani, tra cui la segretaria del PD Elly Schlein, che ha bocciato l’accordo come un approccio sbagliato e securitario, simile a quelli adottati in passato con la Turchia e la Libia.

L’accordo con la Tunisia è quindi al centro di una polemica politica che mette in evidenza le divergenze tra le istituzioni europee e tra i governi nazionali sulla gestione dell’immigrazione. Alcuni osservatori ritengono che l’accordo sia destinato a fallire o a rimanere lettera morta, vista l’opposizione del Consiglio Ue e del Parlamento europeo. Altri ritengono invece che l’accordo possa essere rivisto o integrato con ulteriori condizioni o garanzie per renderlo più conforme ai principi e agli interessi dell’Ue e della Tunisia. In ogni caso, la questione migratoria rimane una sfida urgente e complessa per l’Ue, che richiede una soluzione comune e solidale.

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