Ronde nere a Bologna: cittadini esasperati presidiano le zone del degrado
3 Lug 2025 - Emilia Romagna
Passeggiate notturne tra stazione e via Amendola da parte della Rete dei Patrioti: un gesto simbolico che denuncia la crescente insicurezza urbana e l’assenza delle istituzioni.

Tra degrado e paura, la reazione della Rete dei Patrioti
Bologna, città che per decenni ha rappresentato un simbolo della sinistra di governo, oggi è sempre più teatro di disagio sociale, microcriminalità e insicurezza diffusa. Nelle notti tra via Amendola, Piazza dei Martiri e la stazione centrale si assiste ormai quotidianamente a episodi di spaccio, aggressioni e risse. In questo contesto di crescente tensione, un gruppo di cittadini legati alla “Rete dei Patrioti” ha deciso di dare un segnale concreto, organizzando una passeggiata serale per presidiare simbolicamente le aree più colpite dal degrado.
Le immagini pubblicate sui social mostrano una dozzina di militanti in maglietta nera con la scritta “Educazione felsinea”. Un gesto simbolico, certo provocatorio, ma che riflette un malessere reale: la sensazione che intere zone della città siano state abbandonate a se stesse, dominate da traffici illegali e da una presenza criminale che trova terreno fertile nell’inerzia istituzionale.
“Riappropriarsi delle strade”: il segnale dal basso
Nel post pubblicato su Facebook, i militanti della Rete parlano chiaro: «Solo riappropriandoci delle vie che ora sono in mano a pusher africani si combatte veramente il degrado». Una frase che può far discutere nei toni, ma che fotografa con crudezza una percezione sempre più diffusa tra i residenti, spesso abbandonati a se stessi in quartieri diventati impraticabili di notte.
L’obiettivo dichiarato non è quello di sostituirsi alle forze dell’ordine, ma di trasmettere un senso di presenza e vicinanza a quei bolognesi “onesti” che ancora vivono, lavorano e resistono in quartieri divenuti terra di nessuno. «Le passeggiate della sicurezza continueranno — scrivono — invitiamo chi vuole unirsi a noi a contattarci».
Le polemiche non mancano, ma il disagio resta
Come prevedibile, le immagini hanno suscitato la reazione indignata di alcuni esponenti politici. Andrea De Maria, deputato del Partito Democratico, ha parlato di “immagini che preoccupano”, auspicando “il pieno rispetto della legalità”. Tuttavia, in molti si chiedono dove fosse questa stessa indignazione quando le richieste di intervento da parte dei residenti cadevano nel vuoto.
In una città dove si moltiplicano le segnalazioni di cittadini che non si sentono più sicuri, le ronde spontanee — per quanto discutibili nei metodi o nell’estetica — sono la spia evidente di un problema profondo. Non è con le condanne formali o con gli appelli al “decoro democratico” che si risolve la crescente frattura tra la cittadinanza e le istituzioni.
Un segnale da non ignorare
L’iniziativa della Rete dei Patrioti può piacere o meno, ma ha avuto un merito: ha acceso un faro su aree della città che troppi fingono di non vedere. L’alternativa non è tacere o condannare a priori chi si mobilita, ma ascoltare il disagio, interpretarlo politicamente, e offrire risposte concrete. Perché se la sicurezza continua a mancare, saranno sempre di più i cittadini a cercare da soli ciò che sentono di non ricevere più dallo Stato.