L’Ecowas propone un periodo di transizione di nove mesi al Niger dopo il golpe
1 Set 2023 - Geopolitica
L’organizzazione regionale dell’Africa occidentale, l’Ecowas, ha proposto un periodo di transizione di nove mesi alla giunta militare che ha preso il controllo del Niger con un golpe il 26 luglio. L’obiettivo è di guidare il Paese verso una transizione democratica. La dichiarazione è stata fatta dal presidente della Nigeria, Bola Tinubu, che attualmente detiene la presidenza di turno dell’Ecowas.
Il Golpe
La giunta militare, che ha rovesciato il governo in carica, aveva inizialmente proposto un periodo di transizione di tre anni per ripristinare l’ordine costituzionale nel Paese. Tuttavia, questa proposta è stata vista con scetticismo da molti osservatori internazionali e organizzazioni regionali, che temono che un periodo così lungo possa consolidare il potere della giunta e ritardare il ritorno alla democrazia.
Ritorno rapido alla democrazia
Il presidente Tinubu ha sottolineato l’importanza di un ritorno rapido e stabile alla democrazia, affermando che le sanzioni imposte dall’Ecowas rimarranno in vigore fino a quando non verranno apportati “aggiustamenti positivi” da parte del regime militare. “L’azione dei soldati è inaccettabile”, ha detto Tinubu, sottolineando la necessità di un cambiamento immediato. “Prima apporteranno aggiustamenti positivi, più velocemente ridurremo le sanzioni per alleviare le sofferenze che stiamo vedendo in Niger.”
Le sanzioni
Le sanzioni, che includono restrizioni economiche e diplomatiche, sono state imposte per esercitare pressione sulla giunta militare affinché restituisca il potere a un governo civile. Mentre l’Ecowas e altri attori internazionali cercano di mediare una soluzione pacifica, la situazione in Niger rimane tesa.
Il Niger, uno dei Paesi più poveri del mondo, ha una storia di instabilità politica e colpi di stato. L’intervento dell’Ecowas mira a garantire che il Paese possa tornare su una traiettoria democratica e stabile il più rapidamente possibile, per il bene del suo popolo e della stabilità regionale.