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Il Potere Censura e non è mai Censurato

12 Mag 2024 - Approfondimenti Politici

La Ministra Roccella fa la vittima e, con il suo atteggiamento, dimostra quanto il vittimismo funzioni mediaticamente.

Il Potere Censura e non è mai Censurato

La Censura di Roccella

La censura è una pratica esercitata dal potere costituito verso chi esprime un parere critico. Il potere censura, non è censurato, e questa è una definizione da vocabolario. Non comprendo come la Ministra Roccella, contestata aspramente agli Stati Generali della Natalità, si sia sentita censurata. Proprio Roccella ha invaso ogni spazio mediatico, lamentandosi aspramente contro l’atteggiamento di quattro giovani inviperiti per le sue posizioni velatamente antiabortiste.

La Censura di Bergoglio

La vera censura, non evidenziata dai media, è avvenuta il giorno seguente, quando Papa Francesco è intervenuto sullo stesso palco e, con parole taglienti, ha ribadito la posizione reazionaria della Chiesa rispetto all’aborto. Quella stessa mattina, un corteo di giovani avrebbe voluto sfondare il cordone della celere. Quei ragazzi sono stati respinti a suon di manganellate, senza tanti complimenti e con qualche contuso.

I ragazzi avrebbero inscenato, dinnanzi a Bergoglio, una protesta che avrebbe avuto un’eco mondiale, evidenziando il cruente dibattito presente nel Paese sulla legge 194 e le sue interpretazioni. Gli organi di informazione hanno confezionato servizi separati, non mettendo in palese correlazione i due episodi.

La Chiesa conosce bene i metodi surrettizi della censura, li ha applicati nei secoli, è diventata più raffinata, si nasconde dietro le pieghe di un’istituzione pronta a mostrarsi muscolare contro chi osa immaginare di mettere in discussione un potere imperituro.

La Censura della Rai

E, per non soffermarsi al volto sanguinario di una Chiesa feroce, la nostra fulgida democrazia ai suoi albori censurò sceneggiati, programmi televisivi e presentatori perché ridicolizzavano i potere o mettevano in discussione il buon costume di una società che aveva rinnegato il fascismo nella forma, ma non aveva voltato pagina nella sostanza.

Niente satira spinta, poca emancipazione femminile, direttive precise su orientamenti sessuali o atteggiamenti “libertini”. I comunisti e i democristiani dipingevano la realtà della società italiana con lo stesso pennello. Colui che fiaccò la censura Rai fu proprio il tanto vituperato Silvio Berlusconi. Con l’avvento della televisione privata il monopolio pubblico decadde e i seni prosperosi e le natiche al vento soppiantarono la stanca retorica della televisione nazionale.

La Disinformazione nuova conquista della Censura

Oggi, con i social, ogni utente può scegliere i propri canali d’informazione e la censura, in un Paese come l’Italia, è nei fatti impraticabile. Ma il potere diventa sempre più subdolo e, se non può controllare l’informazione, la può inquinare infestando la rete di notizie, articoli, reel, espedienti comunicativi che non permettono una conoscenza oggettiva dei fatti. I ragazzi che protestano nelle strade sono collegati alla Ministra Roccella e non alla presenza del Papa. Con questo modus operandi si ottengono due risultati: si censura il pensiero degli studenti e nel contempo si sposta l’attenzione su una polemica di basso profilo. Praticamente i ragazzi non vengono ascoltati, ma sono oggetto di scherno e disprezzo.

Se ci fosse stato Berlinguer

Negli anni ’70, quando il potere era abituato a trattare simili circostanze con il pugno di ferro del Ministro Cossiga, l’ideologia divideva le piazze e la lotta di partito era la massima espressione del sentire di una comunità.  Se ci fosse stato un Berlinguer, si sarebbe frapposto tra i giovani e la polizia e avrebbe intimato ai manganellatori di fermarsi: “Questi sono i miei ragazzi, sono il nostro futuro, non azzardatevi a toccarli”. Ecco cosa dovrebbe fare una segretaria di sinistra. Ma nei salotti ovattati si sta troppo comodi e allora Elly va da Vespa a farsi intortare da una che dalla Garbatella è arrivata a Palazzo Chigi.

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