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Il divieto di pesca a strascico dell’UE: una minaccia per l’industria ittica italiana

16 Lug 2023 - Europa

Il divieto di pesca a strascico dell’UE: una minaccia per l’industria ittica italiana

Una nuova tempesta si sta preparando tra i pescatori italiani e Bruxelles. Le nuove norme imposte dall’Unione Europea riguardanti la pesca hanno provocato un’esplosione di polemiche, in quanto si prevede che eliminino un terzo del pescato italiano dalle tavole locali. Il divieto della pesca a strascico, in particolare, ha sollevato preoccupazioni significative in quanto si prevede che colpisca duramente il settore più produttivo della flotta italiana, apportando non solo un impatto economico significativo ma anche trasformando radicalmente i menù del Paese.

Queste preoccupazioni sono state espresse in un report recentemente pubblicato da Coldiretti Impresapesca, intitolato “Pesce italiano addio, i rischi delle importazioni”. Il commissario europeo alla Pesca e all’Ambiente, Virginijus Sinkevicius, ha presentato un nuovo piano che prevede l’obbligo di tagliare le aree di pesca del 30%, incoraggiando quindi le importazioni dall’estero. Tuttavia, Coldiretti sostiene che tali misure potrebbero rendere i piatti a base di pesce più pericolosi per la salute dei consumatori italiani.

Secondo il report di Coldiretti Impresapesca, l’eliminazione della pesca a strascico ridurrebbe del 35% il pescato su scala nazionale. L’organizzazione avverte anche che tali cambiamenti, insieme all’aumento delle importazioni di prodotti ittici stranieri, potrebbero mettere a rischio la salute dei consumatori. Oltre agli impatti sulla salute e sull’economia derivanti dall’importazione di prodotti stranieri, Coldiretti mette in evidenza anche gli effetti combinati del riscaldamento globale, dei cambiamenti climatici e di una burocrazia dell’UE sempre più opprimente, che hanno già portato alla scomparsa del 33% delle aziende di pesca e alla perdita di 18.000 posti di lavoro nel corso degli ultimi trent’anni.

La reazione della comunità dei pescatori non si è fatta attendere. Ieri si è svolta una protesta a San Benedetto del Tronto, uno dei più importanti porti pescherecci italiani. Anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha partecipato alla protesta, esprimendo il suo sostegno alla causa dei pescatori.

Secondo Lollobrigida, il pesce italiano pescato nelle acque nazionali rappresenta l’eccellenza e il governo italiano non è disposto a sacrificare gli interessi del settore peschereccio del paese. “Sul piano internazionale stiamo sollevando questioni che vedono sempre più Stati convergere sull’idea che la sovranità alimentare europea è sempre più necessaria. Non possiamo affidarci, come in passato, a filiere instabili”, ha dichiarato il ministro.

Lollobrigida ha assicurato che il ministero sta lavorando per formare un’alleanza che possa prendere posizioni chiare e nette per “tutelare la salute degli italiani, l’economia nazionale e i posti di lavoro dei pescatori”. Le ramificazioni delle nuove norme dell’UE sulla pesca rimangono da vedere, ma è chiaro che la polemica è lontana dall’essere risolta.

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