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Crisi Energetica in Russia: Gazprom sul Baratro dopo le Sanzioni! Le Previsioni Sconvolgenti per il Futuro del Gas

5 Giu 2024 - Finanza

Le sanzioni occidentali e lo stop parziale delle importazioni di gas russo in Europa hanno messo in ginocchio Gazprom. Un rapporto rivela che ci vorranno almeno dieci anni per recuperare i ricavi persi. La Cina approfitta della situazione con richieste "irragionevoli".

Crisi Energetica in Russia: Gazprom sul Baratro dopo le Sanzioni! Le Previsioni Sconvolgenti per il Futuro del Gas

La crisi del settore energetico russo: un’analisi economica

La guerra in Ucraina e le conseguenti sanzioni occidentali stanno gravemente colpendo il settore energetico russo, che prima del conflitto rappresentava la principale fonte di entrate per Mosca. Un rapporto recente del Financial Times, basato su uno studio commissionato da Gazprom, prevede che la compagnia impiegherà almeno un decennio per recuperare i ricavi persi dalle vendite di gas all’Europa.

Prospettive di Gazprom e le sfide da affrontare

Secondo lo studio, entro il 2035 le esportazioni di Gazprom verso l’Europa si stabilizzeranno tra i 50 e i 75 miliardi di metri cubi annui, pari a circa un terzo dei livelli precedenti il conflitto. Gazprom ripone speranze nel nuovo gasdotto verso la Cina, Power of Siberia 2, per compensare le perdite, ma questo progetto presenta delle limitazioni. La capacità annua prevista è di soli 50 miliardi di metri cubi, e i prezzi di vendita del gas alla Cina sono significativamente inferiori a quelli europei. Inoltre, l’infrastruttura necessaria è ancora in fase di progettazione.

Le difficili trattative con la Cina

La Cina sta sfruttando l’isolamento internazionale della Russia per ottenere condizioni di prezzo più favorevoli. Le negoziazioni tra i due Paesi per l’accordo sul nuovo gasdotto hanno subito un’interruzione a causa di divergenze sui termini contrattuali. Mosca accusa Pechino di avanzare richieste “irragionevoli” sia sui prezzi che sulle quantità di gas da acquistare.

Impatto delle sanzioni occidentali

Le sanzioni imposte dall’Occidente hanno drasticamente ridotto i volumi di esportazione di Gazprom, che secondo gli esperti non torneranno ai livelli del 2020 prima del 2035. Il rapporto di 151 pagine commissionato da Gazprom evidenzia come queste sanzioni abbiano avuto un impatto devastante sull’azienda e sull’intero settore energetico russo. La situazione di Gazprom è peggiorata ulteriormente, con una perdita di 6,9 miliardi di dollari registrata nel 2023.

La perdita di ricavi e le nuove strategie

Craig Kennedy, studioso di Harvard ed ex vicepresidente della Bank of America, ha sottolineato che la maggior parte dei ricavi di Gazprom proveniva dall’Europa, e quei mercati sono ormai perduti. Il rapporto prevede che le esportazioni di gas naturale liquefatto (GNL) della Russia cresceranno a 98,8-125,8 miliardi di metri cubi entro il 2035, rispetto ai 40,8 miliardi di metri cubi del 2020, rappresentando circa la metà delle esportazioni totali di gas.

Il ruolo di Novatek e la potenziale espansione del GNL

Per mantenere la sua posizione dominante nel mercato interno, Gazprom dovrà sfruttare il monopolio sulle infrastrutture di transito del gas e ottenere supporto dal governo russo. Tuttavia, potrebbe perdere quote di mercato a favore di Novatek, il maggiore produttore russo di GNL, o essere costretta a utilizzare le sue infrastrutture per il GNL. “La soluzione più logica per Mosca sarebbe unire le forze di Gazprom e Novatek,” ha dichiarato Kennedy.

Opportunità e sfide del GNL

Il GNL potrebbe rappresentare una fonte più affidabile di entrate per la Russia, poiché può essere trasportato via nave piuttosto che tramite gasdotto, riducendo la tracciabilità e la dipendenza da singoli mercati. Il rapporto suggerisce di costruire terminali GNL sulla costa orientale della Russia per diversificare le esportazioni e diminuire la dipendenza dalla Cina.

Problemi tecnici e finanziari

L’aumento della capacità di esportazione di Gazprom dipende anche dalla capacità della Russia di sostituire le turbine occidentali utilizzate per la compressione del gas e la generazione di elettricità. Il ministero dell’Energia russo prevede che le aziende riusciranno a riparare le turbine americane entro il prossimo anno. Tuttavia, la costruzione di turbine nazionali richiederebbe almeno 100 miliardi di rubli e cinque anni di tempo, creando ulteriori difficoltà finanziarie per Gazprom senza un significativo aumento delle entrate.

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