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Zelensky protesta, ma il mondo sembra ignorarlo

13 Feb 2025 - Approfondimenti Politici

Il presidente ucraino lamenta di essere stato escluso dalle trattative internazionali e avverte l'Occidente di non fidarsi della Russia. Ma il suo ruolo appare sempre più marginale.

Zelensky protesta, ma il mondo sembra ignorarlo

Il disappunto di Zelensky: escluso dalle trattative

Mentre Donald Trump e Vladimir Putin avviano un primo scambio di opinioni sulla possibilità di porre fine alla guerra in Ucraina, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si trova relegato in secondo piano e fatica a nascondere il proprio disappunto. Il leader di Kiev ha lamentato il fatto che l’ex presidente degli Stati Uniti abbia parlato con il Cremlino senza coinvolgerlo direttamente, smentendo le precedenti rassicurazioni di Trump secondo cui avrebbe trattato contemporaneamente con entrambi i leader.

“Non possiamo accettare accordi raggiunti senza di noi”, ha dichiarato Zelensky, in un disperato tentativo di mantenere centralità nel dibattito diplomatico. Tuttavia, l’evidente esclusione dalle prime conversazioni tra Mosca e Washington dimostra come la sua posizione sia sempre più marginale, con gli Stati Uniti che sembrano voler esplorare soluzioni dirette per il conflitto, senza farsi condizionare dalle richieste di Kiev.

Zelensky attacca: “Non fidatevi di Putin”

In un post su X, il presidente ucraino ha lanciato un nuovo appello ai leader occidentali, avvertendoli di non fidarsi di Putin e chiedendo un fronte unito tra Ucraina, Europa e Stati Uniti per negoziare “da una posizione di forza”. Zelensky ha ribadito la necessità di una maggiore sicurezza per Kiev, insistendo sull’adesione alla NATO come garanzia per la sua sopravvivenza politica.

Questa presa di posizione, tuttavia, arriva in un momento in cui il sostegno occidentale all’Ucraina mostra segni di cedimento, con sempre più paesi europei che guardano con preoccupazione all’impatto economico e politico di un sostegno illimitato a Kiev.

Trump e Putin aprono al dialogo, Mosca prepara la delegazione

Mentre Zelensky protesta, Mosca si prepara a negoziare. Il Cremlino ha confermato che sono già in corso le operazioni per definire la delegazione russa che parteciperà alle trattative con gli Stati Uniti. Tuttavia, il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha precisato che l’incontro tra i due leader non è imminente e potrebbe richiedere mesi di preparazione.

Per la Russia, questo rappresenta un passo fondamentale verso il riconoscimento del proprio ruolo centrale nel nuovo equilibrio globale, mentre per Trump si tratta di un’opportunità per riaffermare la sua leadership in politica estera, ridimensionando il peso dell’attuale amministrazione americana e ridefinendo le priorità strategiche degli Stati Uniti.

L’Ucraina perde terreno nel Kursk

Sul fronte bellico, le forze ucraine sono in difficoltà. Dopo aver tentato un’avanzata nella regione russa di Kursk, Kiev ha dovuto ammettere di aver perso circa due terzi del territorio inizialmente conquistato. Attualmente, l’Ucraina controlla solo 500 chilometri quadrati rispetto ai 1.400 occupati nell’offensiva lanciata nell’agosto scorso.

Zelensky avrebbe persino tentato di proporre uno scambio territoriale, offrendo la porzione di Kursk ancora sotto controllo ucraino in cambio di concessioni russe nel Donbass. Ma il Cremlino ha risposto con fermezza: “Le unità ucraine ancora presenti nel nostro territorio saranno eliminate”.

La situazione evidenzia il progressivo isolamento di Zelensky, che fatica a mantenere il sostegno internazionale e a giustificare una strategia militare sempre più insostenibile. Mentre Mosca e Washington si preparano al dialogo, il leader di Kiev sembra ormai confinato al ruolo di spettatore di una partita che non è più lui a giocare.

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