Zaporizhzhia: rischio blackout nucleare
30 Nov 2024 - Europa
La centrale più grande d’Europa, già sotto controllo russo, è vicina a un blackout totale a causa dei bombardamenti. Cresce il pericolo di disastro ambientale e radiazioni.
Zaporizhzhia: il rischio blackout che minaccia la sicurezza nucleare e geopolitica
La centrale nucleare di Zaporizhzhia, situata nella regione sud-orientale dell’Ucraina, torna sotto i riflettori internazionali a causa della crescente minaccia di un blackout totale. Per la terza volta in novembre, i bombardamenti russi hanno danneggiato le linee di trasmissione che collegano l’impianto al sistema energetico ucraino. A riportarlo è il Ministero dell’Energia ucraino, che ha sottolineato come, nella notte, una delle due linee esterne sia stata compromessa, avvicinando ulteriormente la centrale a una condizione di isolamento energetico.
La vulnerabilità di una centrale strategica
La centrale di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, rappresenta un’infrastruttura cruciale non solo per il sistema energetico ucraino ma anche per la stabilità geopolitica della regione. Attualmente, l’impianto è sotto controllo russo ma continua a ricevere energia dalla riva destra del fiume Dnepr, controllata dall’Ucraina. Questo fragile equilibrio rende l’intera struttura estremamente vulnerabile, soprattutto in un contesto bellico in cui le infrastrutture critiche diventano bersagli strategici.
Il rischio di blackout totale comporterebbe l’interruzione dell’alimentazione esterna necessaria per i sistemi di raffreddamento dei reattori, fondamentali per prevenire il surriscaldamento del combustibile nucleare. Senza elettricità, la centrale sarebbe costretta a fare affidamento sui generatori diesel di emergenza, una soluzione temporanea che presenta limiti significativi in termini di durata e affidabilità.
Le conseguenze di un blackout: un’analisi dettagliata
Un blackout totale alla centrale di Zaporizhzhia potrebbe scatenare una serie di problematiche tecniche e ambientali con ripercussioni globali:
- Perdita dei sistemi di raffreddamento
I reattori nucleari richiedono un raffreddamento costante per evitare il meltdown, ovvero la fusione del nucleo. In caso di interruzione prolungata dell’elettricità, il calore generato dal combustibile nucleare potrebbe raggiungere livelli critici, causando danni irreparabili al reattore e il rilascio di radiazioni nell’ambiente. - Rischio di contaminazione ambientale
Una fuoriuscita di materiale radioattivo potrebbe contaminare vaste aree, rendendole inabitabili per decenni. Le polveri radioattive, trasportate dai venti, potrebbero raggiungere anche Paesi confinanti, con implicazioni ambientali, sanitarie ed economiche su scala regionale. - Impatto umanitario
Milioni di persone potrebbero essere esposte a radiazioni, con effetti devastanti sulla salute pubblica, tra cui un aumento dei casi di tumori e malformazioni congenite. L’evacuazione di massa dalle aree circostanti metterebbe ulteriormente sotto pressione le infrastrutture umanitarie ucraine. - Disordini geopolitici
Un incidente a Zaporizhzhia avrebbe un impatto immediato sulla sicurezza energetica europea. La dipendenza dell’Europa dall’Ucraina come hub di transito per l’energia aumenterebbe la vulnerabilità del continente a nuove crisi energetiche, esacerbando la già delicata situazione geopolitica.
La reazione internazionale e il bisogno di una zona di sicurezza
L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha ripetutamente sollecitato la creazione di una zona di sicurezza attorno alla centrale, ma i negoziati non hanno ancora prodotto risultati concreti. L’Unione Europea, insieme alle Nazioni Unite, ha ribadito la necessità di cessare le operazioni militari nelle vicinanze dell’impianto, definendo inaccettabile il rischio di un disastro nucleare.
Tuttavia, l’assenza di un accordo tra le parti in conflitto e l’intensificarsi delle ostilità rendono improbabile una soluzione nel breve termine, lasciando la centrale e le popolazioni circostanti in una situazione di costante pericolo.