Vertice a Gedda: Trump e Zelensky cercano un’intesa dopo lo scontro alla Casa Bianca
10 Mar 2025 - Mondo
Dopo dieci giorni di tensioni, Stati Uniti e Ucraina tornano al tavolo dei negoziati. Washington punta all’accordo sulle terre rare, ma chiede a Kiev concessioni territoriali e il ritorno alle elezioni.

Domani a Gedda, le delegazioni di Stati Uniti e Ucraina si incontreranno per cercare di riaprire un dialogo fondamentale, dopo lo scontro durissimo di dieci giorni fa alla Casa Bianca tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. Per Washington sarà presente Marco Rubio, Segretario di Stato, mentre Kiev invierà Andriy Yermak, capo dell’ufficio presidenziale ucraino. Il vertice arriva in un momento delicatissimo per l’Ucraina, sempre più isolata militarmente e politicamente, mentre il presidente Trump spinge per una svolta netta nei negoziati con la Russia.
La chiave dell’incontro: l’accordo sulle terre rare
Uno degli obiettivi principali del summit è la firma di un’intesa che darebbe agli Stati Uniti accesso privilegiato alle risorse minerarie dell’Ucraina. Trump considera questo accordo un risarcimento parziale per i 350 miliardi di dollari spesi dagli USA dall’inizio della guerra. Ma alla Casa Bianca non basta: il presidente americano ha chiarito che il dialogo con Kiev non può limitarsi a questioni economiche, ma deve includere anche un cambio di rotta da parte di Zelensky.
Trump mette in chiaro le condizioni
Secondo fonti vicine all’amministrazione, il presidente Trump esige che Zelensky riveda la sua posizione sulla guerra: Kiev deve essere pronta a fare concessioni territoriali alla Russia e, soprattutto, garantire che l’Ucraina torni sulla strada della democrazia con elezioni libere. Trump, senza mezzi termini, ha definito Zelensky un “dittatore” e ritiene che la sua permanenza al potere sia un ostacolo per qualsiasi reale progresso nei negoziati.
Nel frattempo, l’Ucraina sta pagando un prezzo altissimo per la rigidità del suo presidente: lo stop agli aiuti militari e alla condivisione di intelligence, deciso da Trump, ha già avuto un impatto significativo sulla guerra. Senza il supporto americano, Kiev ha perso capacità operative, soprattutto nel contrasto agli attacchi russi con droni e missili a lungo raggio.
Kiev cerca disperatamente di recuperare il sostegno americano
Zelensky, secondo quanto riportato dal Financial Times, tenterà di convincere gli Stati Uniti a revocare la sospensione degli aiuti proponendo un cessate il fuoco parziale con la Russia. La proposta prevede la riduzione degli attacchi con droni e missili, oltre a una sospensione delle operazioni nel Mar Nero. Un tentativo disperato di ottenere nuovamente il supporto di Washington, anche se difficilmente basterà a convincere Trump senza una svolta politica netta.
Trump pronto a revocare lo stop sulla condivisione di intelligence?
Dopo giorni di stallo, il presidente Trump ha lasciato intendere che la pausa sulla condivisione di dati di intelligence con Kiev potrebbe essere revocata presto. Parlando ai giornalisti, ha dichiarato: “Ci siamo quasi, ci siamo proprio. Faremo molti progressi”. Tuttavia, non ha chiarito se la ripresa degli aiuti dipenderà da una maggiore collaborazione di Zelensky o se Washington abbia ottenuto garanzie concrete da parte di Kiev.
La situazione sul campo: la Russia avanza
Nel frattempo, Mosca ha intensificato gli attacchi nel Donetsk e sta cercando di riconquistare Kursk, una regione che l’Ucraina aveva invaso nell’agosto 2024. Trump ha più volte sottolineato che Kiev è in una posizione di estrema debolezza e che la guerra non può più essere combattuta con l’illusione di una vittoria militare. Il presidente americano ha ribadito che gli Stati Uniti non staranno a guardare all’infinito: se Zelensky non mostrerà apertura verso una soluzione negoziata, Washington potrebbe disimpegnarsi definitivamente.
Una svolta decisiva per il futuro della guerra?
Il vertice di Gedda rappresenta un bivio cruciale per l’Ucraina. Trump ha dimostrato di voler chiudere il dossier ucraino in tempi rapidi, senza cedere a pressioni interne o internazionali. Zelensky, invece, si trova con le spalle al muro: o accetta il nuovo corso imposto dagli Stati Uniti, oppure rischia di trovarsi isolato e senza più alcuna speranza di resistenza contro la Russia.