Verso la pace? Zelensky apre al dialogo, ma chiede garanzie
10 Feb 2025 - Europa
Il presidente ucraino si dice pronto a trattare con Putin, ma solo con il pieno sostegno di USA ed Europa. Trump rilancia il suo piano di pace, mentre l’UE teme di essere esclusa dai negoziati.

Una nuova apertura diplomatica
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di essere “pronto a qualsiasi forma di dialogo” con Vladimir Putin per porre fine alla guerra, a condizione che l’Occidente garantisca il continuo sostegno a Kiev. L’apertura, emersa in un’intervista rilasciata alla rete britannica ITV e ripresa dal Guardian, avviene mentre Donald Trump continua a manifestare la volontà di mediare una rapida soluzione del conflitto.
Secondo Zelensky, il dialogo non deve limitarsi a un semplice cessate il fuoco, ma deve prevedere misure che impediscano alla Russia di riprendere l’aggressione in futuro. “Un conflitto congelato porterà a più aggressioni ancora e ancora. Chi vincerà i premi e passerà alla storia come vincitore? Nessuno. Sarà una sconfitta assoluta per tutti, sia per noi che per Trump”, ha dichiarato il leader ucraino.
Trump e il piano di pace per l’Ucraina
Donald Trump, nel suo nuovo mandato presidenziale, sta cercando di imprimere un cambio di passo alla politica estera americana. L’ex presidente, che ha più volte ribadito di poter risolvere il conflitto in tempi brevi, ha rivelato di aver avuto contatti con Vladimir Putin. Sebbene Mosca, tramite il vice ministro degli Esteri Sergei Ryabkov, abbia negato ufficialmente che ci siano stati colloqui diretti con la nuova amministrazione americana, la Russia si è detta pronta a riprendere il dialogo con Washington.
Trump ha sempre criticato l’approccio dell’amministrazione Biden, sottolineando come l’invio indiscriminato di aiuti militari a Kiev abbia solo prolungato il conflitto, senza avvicinare la prospettiva di una pace duratura. A differenza della gestione democratica, la nuova amministrazione americana sembra voler intraprendere una linea diplomatica più pragmatica, che punti a una soluzione realistica del conflitto piuttosto che a una guerra di logoramento.
L’Europa teme di essere marginalizzata
L’apertura al dialogo tra Mosca e Washington ha messo in allarme l’Unione Europea, che teme di essere esclusa dai negoziati di pace. La portavoce per gli Affari Esteri della Commissione Europea, Anitta Hipper, ha ribadito che l’UE deve essere parte integrante delle trattative e che qualsiasi proposta di pace dovrà rispettare la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina.
Dietro le dichiarazioni ufficiali, però, emerge la preoccupazione di Bruxelles di ritrovarsi in una posizione marginale, mentre gli Stati Uniti e la Russia cercano una via d’uscita al conflitto. L’Europa, finora allineata alle politiche atlantiste dettate da Washington, potrebbe trovarsi a dover gestire le conseguenze di una possibile svolta diplomatica che non necessariamente ricalcherà le posizioni finora sostenute dal blocco comunitario.
Prospettive e incognite
Zelensky parteciperà alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, evento chiave che potrebbe offrire un’occasione per delineare le strategie future. All’incontro saranno presenti anche esponenti dell’amministrazione Trump, e non è escluso che possano avvenire contatti informali tra le delegazioni.
Resta da vedere se la disponibilità manifestata da Kiev sia un primo passo verso una trattativa concreta o un tentativo di rilanciare il sostegno occidentale alla causa ucraina. Di certo, la nuova amministrazione americana sembra intenzionata a imprimere un cambio di rotta alla politica estera degli ultimi anni, aprendo scenari inediti sulla possibile fine della guerra in Ucraina.