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Ucraina, Lavrov boccia il piano europeo sul peacekeeping: “Un inganno”

26 Feb 2025 - Russia

Il ministro degli Esteri russo accusa Francia e Regno Unito di voler prolungare il conflitto armando Kiev. Intanto, colloqui segreti tra USA e Russia in Arabia Saudita escludono l’Europa e l’Ucraina dal tavolo delle trattative.

Ucraina, Lavrov boccia il piano europeo sul peacekeeping: “Un inganno”

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha ribadito con fermezza che Mosca non prenderà in considerazione alcuna opzione per l’invio di forze di peacekeeping europee in Ucraina nell’eventualità di un accordo di pace. Durante una conferenza stampa a Doha, il capo della diplomazia russa ha denunciato apertamente le manovre occidentali, definendole un tentativo di prolungare il conflitto anziché risolverlo.

Il piano di Macron e Starmer: pace o pretesto per armare Kiev?

Secondo Lavrov, l’iniziativa promossa da Francia e Regno Unito per l’invio di forze internazionali di peacekeeping in Ucraina sarebbe solo un pretesto per continuare a militarizzare il paese e mantenere alta la tensione con Mosca.

“Macron ha parlato a Washington della necessità di un cessate il fuoco urgente e dell’introduzione di forze di peacekeeping, per poi passare alla discussione sui territori e sul destino delle popolazioni. Questo è un inganno. Non si può accettare un accordo che ha come unico obiettivo quello di pompare nuovamente l’Ucraina di armi”, ha dichiarato Lavrov, ribadendo che la Russia non accetterà mai un congelamento del conflitto lungo la linea di contatto attuale.

Il ministro ha poi sottolineato che la Costituzione russa impedisce qualsiasi compromesso che metta in discussione le conquiste territoriali ottenute, lasciando intendere che Mosca non rinuncerà alle aree controllate nelle regioni annesse.

Riad: Stati Uniti e Russia aprono un canale di dialogo senza l’Europa

Mentre l’Europa insiste con l’idea del peacekeeping, il 18 febbraio scorso si è tenuto un incontro tra rappresentanti di Mosca e Washington a Riad. L’incontro ha visto la partecipazione del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e del segretario di Stato americano Marco Rubio.

Si è discusso non solo del conflitto ucraino, ma anche delle sanzioni economiche e della possibilità di una normalizzazione dei rapporti diplomatici tra i due Paesi. Il fatto che nessun rappresentante europeo o ucraino sia stato invitato al tavolo ha alimentato il timore che gli Stati Uniti possano trattare con la Russia in modo diretto, senza coinvolgere i loro alleati.

Nuovo incontro a Istanbul: normalizzazione delle relazioni diplomatiche?

A seguito dell’incontro di Riad, il prossimo 27 febbraio è previsto un nuovo colloquio tra diplomatici russi e americani a Istanbul. L’obiettivo sarà discutere il funzionamento delle ambasciate e affrontare le restrizioni reciproche imposte negli ultimi anni.

“Vedremo quanto rapidamente ed efficacemente possiamo avanzare”, ha dichiarato Lavrov, lasciando intendere che la Russia è aperta a un riavvicinamento con gli Stati Uniti, ma senza cedere sulle sue posizioni in Ucraina.

Gli interessi americani: accordo segreto sulle risorse minerarie ucraine

Parallelamente ai colloqui con Mosca, Washington ha siglato un accordo con Kiev che garantirà agli Stati Uniti l’accesso alle risorse minerarie ucraine in cambio di ulteriore supporto militare. Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha confermato che il presidente Zelensky è atteso a Washington per ratificare ufficialmente l’intesa.

Questo accordo rafforza la posizione degli Stati Uniti come principali beneficiari della guerra, con l’Europa che continua a finanziare l’Ucraina senza ricevere nulla in cambio. Una dimostrazione di come il conflitto non sia solo una questione geopolitica, ma anche economica, con Washington che continua a trarre vantaggio dalle tensioni con la Russia.

La pace in Ucraina dipenderà da Mosca e Washington?

Le dichiarazioni di Lavrov e l’incontro segreto di Riad indicano che la strada per la pace in Ucraina potrebbe passare più per un accordo tra Mosca e Washington che per le proposte europee di peacekeeping.

Mentre Macron e Starmer insistono per un ruolo attivo dell’Europa, l’amministrazione Trump sembra pronta a esplorare una soluzione diretta con la Russia, escludendo di fatto Bruxelles e Kiev dai negoziati principali.

Resta da vedere se questa nuova dinamica porterà a una vera de-escalation o se l’Occidente continuerà a rilanciare la guerra come unica opzione sul tavolo.

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