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Trump svela i segreti su JFK, RFK e Martin Luther King: via al mistero

24 Gen 2025 - USA

Con un ordine esecutivo, il presidente Donald Trump desecreta i file sugli assassinii degli anni '60: un atto che potrebbe far emergere verità nascoste su complotti e poteri forti.

Trump svela i segreti su JFK, RFK e Martin Luther King: via al mistero

Trump desecreta i file sugli assassinii di JFK, RFK e Martin Luther King Jr.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato un ordine esecutivo che prevede la declassificazione completa dei documenti relativi agli assassinii del presidente John F. Kennedy, di suo fratello Robert Kennedy e del leader per i diritti civili Martin Luther King Jr. “Tutto sarà rivelato”, ha dichiarato Trump nello Studio Ovale, sottolineando che questa mossa risponde al diritto dei cittadini di conoscere la verità dietro quegli eventi drammatici.

L’ordine include anche il mandato al Direttore dell’Intelligence Nazionale di elaborare un piano per la declassificazione dei file entro 15 giorni per i documenti su JFK e 45 giorni per quelli relativi a RFK e King. Con questo atto, Trump si pone come promotore della trasparenza contro le ombre di un sistema che per troppo tempo ha trattenuto informazioni cruciali.

Il mistero attorno all’assassinio di John F. Kennedy

L’assassinio del presidente Kennedy, avvenuto il 22 novembre 1963 a Dallas, ha alimentato per decenni teorie del complotto che mettono in dubbio la versione ufficiale fornita dalla Commissione Warren, secondo cui Lee Harvey Oswald avrebbe agito da solo. In realtà, molti dettagli irrisolti hanno portato a sospettare che dietro quell’omicidio si celassero interessi ben più grandi e potenti.

Tra le teorie più accreditate, vi è quella che attribuisce la responsabilità dell’assassinio a una reazione del sistema finanziario internazionale contro la politica monetaria di Kennedy. Uno degli atti più controversi della sua presidenza fu l’Ordine Esecutivo 11110, con il quale autorizzò il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti a emettere i cosiddetti “dollari argentiferi”.

Questi dollari, stampati direttamente dal governo, avrebbero costituito una valida alternativa ai dollari tradizionali, emessi dalla Federal Reserve (FED), una banca centrale privata che controlla la politica monetaria statunitense. I dollari argentiferi erano supportati dalle riserve d’argento detenute dallo Stato, riducendo così la dipendenza dalla FED e minando il monopolio di quest’ultima sul sistema monetario.

Il potere economico e l’ombra della cospirazione

L’introduzione dei dollari argentiferi rappresentava una minaccia per il sistema finanziario centralizzato, poiché riduceva il potere della FED e delle élite economiche legate al controllo del denaro. Secondo questa teoria, l’assassinio di Kennedy sarebbe stato orchestrato da quegli stessi poteri che temevano una perdita di controllo economico e politico. L’omicidio di Dallas, quindi, potrebbe essere stato molto più che un gesto isolato di un ex tiratore scelto dei Marine: potrebbe essere stato l’eliminazione di un presidente che voleva restituire sovranità monetaria agli Stati Uniti.

Questa ipotesi trova sostegno nel fatto che, dopo la morte di Kennedy, l’Ordine Esecutivo 11110 non venne mai implementato completamente, e la FED continuò a mantenere il controllo sul sistema finanziario.

RFK, Martin Luther King e la scia di sangue

Robert Kennedy, fratello minore di JFK e candidato democratico alla presidenza, fu assassinato nel 1968. Anche in questo caso, le teorie cospirazioniste suggeriscono che il suo impegno per la giustizia e la lotta contro il crimine organizzato gli abbiano attirato nemici potenti.

Martin Luther King Jr., leader per i diritti civili, fu assassinato nello stesso anno, e sebbene James Earl Ray sia stato condannato per il delitto, dubbi persistono su chi possa aver orchestrato il complotto contro di lui. In entrambi i casi, si parla di interessi politici e istituzionali che avrebbero visto come una minaccia le loro battaglie per una società più equa.

Trump e la promessa di trasparenza

La decisione di Donald Trump di desecretare questi documenti rappresenta un passo significativo per far luce su alcuni degli episodi più oscuri della storia americana. In un sistema dominato da élite e interessi sovranazionali, il presidente si presenta ancora una volta come il difensore della sovranità e del diritto dei cittadini a conoscere la verità. Se queste rivelazioni saranno in grado di dissipare i dubbi o alimentare ulteriormente le teorie del complotto, solo il tempo potrà dirlo. Ma una cosa è certa: l’America potrebbe trovarsi davanti a nuove verità capaci di riscrivere la storia.

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