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Trump spinge e ottiene: accordo con il Messico, dazi sospesi

3 Feb 2025 - USA

Linea dura e risultati concreti: il Messico accetta di rafforzare i controlli al confine e gli Stati Uniti sospendono i dazi per un mese. Trump dimostra ancora una volta che fermezza e negoziati portano vantaggi all’America.

Trump spinge e ottiene: accordo con il Messico, dazi sospesi

La strategia di Trump: forza e trattative

La guerra dei dazi è iniziata, ma la Casa Bianca ha già dimostrato come la linea dura possa portare risultati concreti. A soli due giorni dall’annuncio delle nuove tariffe, il presidente Donald Trump ha ottenuto un primo accordo con il Messico e sta portando avanti negoziati serrati con il Canada. In Europa, invece, Bruxelles appare divisa e in difficoltà, con leader che minacciano ritorsioni ma senza una reale strategia unitaria.

Trump ha ribadito con fermezza che l’obiettivo è proteggere l’economia americana e difendere i lavoratori statunitensi da concorrenza sleale e pratiche commerciali scorrette. Le tariffe, infatti, non sono un fine, ma uno strumento di pressione per costringere i partner commerciali a negoziare condizioni più favorevoli agli Stati Uniti.

Accordo con il Messico: il primo successo della linea Trump

Dopo un rapido scambio di telefonate, la presidente messicana Claudia Sheinbaum ha confermato di aver trovato un’intesa con il presidente americano per sospendere per un mese i dazi sulle esportazioni messicane. Il Messico, in cambio, ha accettato di schierare 10.000 uomini della Guardia Nazionale al confine per contrastare il traffico di droga, in particolare il fentanyl, e gli Stati Uniti si sono impegnati a intensificare i controlli sul traffico di armi dirette ai cartelli messicani.

Questo accordo dimostra l’efficacia della strategia di Trump: annunciare misure forti, mostrare determinazione e poi portare al tavolo le controparti, ottenendo concessioni senza fare passi indietro.

Canada in difficoltà, Trudeau costretto a trattare

Anche il Canada si trova sotto pressione. Il primo ministro Justin Trudeau ha inizialmente criticato le nuove tariffe americane, ma è già in corso un dialogo tra Ottawa e Washington. Il presidente Trump ha riferito di aver parlato con Trudeau e che ci sarà un secondo colloquio a breve. Nel frattempo, l’Ontario ha reagito annullando un contratto da 100 milioni di dollari con Starlink, ma questa mossa rischia di danneggiare più il Canada che gli Stati Uniti.

Il messaggio di Trump è chiaro: il Nord America deve riequilibrare le sue relazioni commerciali a vantaggio dell’America. Se il Canada vorrà evitare un’escalation, dovrà accettare nuove regole del gioco.

Europa: tra minacce e divisioni

In Europa la reazione è confusa e disorganizzata. Mentre il presidente francese Emmanuel Macron minaccia ritorsioni, il cancelliere tedesco Olaf Scholz parla di cooperazione e avverte che una guerra commerciale danneggerebbe entrambe le parti. Bruxelles ha convocato un vertice per studiare contromisure, ma la vera preoccupazione dell’UE è che i singoli Stati membri possano decidere di negoziare separatamente con Washington, mettendo in crisi la fragile unità europea.

Trump conosce bene le debolezze dell’Unione Europea e sa che molti Paesi, soprattutto quelli più legati agli Stati Uniti per motivi economici e geopolitici, non avranno interesse a seguire le direttive di Bruxelles. Se l’Europa vuole evitare nuovi dazi, dovrà sedersi al tavolo delle trattative con un atteggiamento realistico e non con le solite minacce prive di efficacia.

La strategia vincente di Trump

Gli avversari del Presidente lo criticano, ma la sua strategia sta già dando i primi frutti. Con il Messico ha ottenuto impegni sulla sicurezza del confine senza fare concessioni, con il Canada ha avviato un dialogo che lo pone in una posizione di forza e con l’Europa ha scosso un sistema che, da decenni, approfitta delle aperture commerciali americane senza offrire reciprocità.

Questa è la differenza tra la debolezza dei precedenti amministratori e la leadership di Trump: usare la forza come leva negoziale per difendere gli interessi degli Stati Uniti. E come dimostrano i fatti, funziona.

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