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Trump rivoluziona il primo giorno alla Casa Bianca: 78 provvedimenti revocati

21 Gen 2025 - USA

Dal ritiro dall'OMS e dall'Accordo di Parigi al pugno duro sull'immigrazione: le prime mosse di Trump segnano una netta discontinuità con l'era Biden.

Trump rivoluziona il primo giorno alla Casa Bianca: 78 provvedimenti revocati

Nel primo giorno del suo secondo mandato, Donald Trump ha dato immediatamente un segnale forte al Paese e al mondo intero: il nuovo corso degli Stati Uniti è iniziato. Firmando una serie di ordini esecutivi, il presidente ha disegnato una rotta politica che segna una cesura netta con l’era Biden. Ben 78 provvedimenti del predecessore sono stati revocati, e nuove direttive sono state introdotte per riaffermare la sovranità americana su temi chiave come immigrazione, energia, politica internazionale e sicurezza nazionale.

Clima ed energia: l’America torna indipendente

Una delle decisioni più emblematiche del primo giorno è stata il ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul clima. Trump ha definito questo patto un “fardello economico che penalizza gli americani per favorire economie emergenti come la Cina”. La sua amministrazione ha sempre considerato le politiche climatiche globaliste come strumenti per limitare la competitività industriale degli Stati Uniti.

Accanto al ritiro dall’accordo, Trump ha dichiarato un’emergenza energetica nazionale. Questo provvedimento consente l’immediata espansione delle trivellazioni petrolifere, l’aumento della produzione di gas naturale e la riapertura di centrali a carbone chiuse durante l’amministrazione Biden. Inoltre, sono stati eliminati i sussidi per i veicoli elettrici, definiti “un lusso imposto agli americani comuni”. Il presidente ha ribadito che l’indipendenza energetica è una questione di sicurezza nazionale e ha promesso di trasformare gli Stati Uniti nel maggiore produttore di energia al mondo.

Immigrazione: il pugno duro al confine

Sul fronte dell’immigrazione, Trump ha riaffermato il suo impegno per una politica di tolleranza zero. Ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale al confine con il Messico, autorizzando l’immediato dispiegamento di militari per riprendere la costruzione del muro di confine, un progetto che era stato sospeso sotto Biden. “Il muro non è solo un simbolo, è uno strumento essenziale per proteggere le nostre comunità”, ha dichiarato.

In aggiunta, l’uso dell’app “CBP One”, introdotta per agevolare i migranti nell’ingresso negli Stati Uniti, è stato sospeso. Trump ha spiegato che questa tecnologia era stata utilizzata per aggirare le norme sull’immigrazione. Ancora più controverso è l’ordine esecutivo che mette fine allo **ius soli**, ridefinendo i criteri per l’acquisizione della cittadinanza americana. Questa misura mira a combattere il cosiddetto “turismo della nascita”, un fenomeno che secondo Trump danneggia profondamente l’integrità del sistema migratorio.

OMS e politica internazionale: una rottura con il passato

Trump ha preso di mira anche le organizzazioni internazionali. Con un ordine esecutivo, ha ufficializzato il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). “L’OMS è diventata un’entità politicizzata, che serve interessi globalisti a discapito della salute pubblica”, ha dichiarato. Il presidente ha promesso di reinvestire i fondi destinati all’organizzazione in programmi sanitari interni, con particolare attenzione alle comunità rurali americane.

Questa mossa fa parte di una strategia più ampia volta a ridefinire il ruolo degli Stati Uniti nelle organizzazioni internazionali, puntando su una politica che privilegi gli interessi nazionali rispetto alle agende multilaterali.

Grazia ai manifestanti del 6 gennaio

Un altro tema che ha acceso il dibattito è stata la decisione di Trump di concedere la grazia a circa 1.500 persone coinvolte nell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Il presidente ha definito questi individui “patrioti che hanno reagito alle manipolazioni elettorali”. Questa misura, fortemente simbolica, è stata accompagnata da un attacco diretto al sistema giudiziario, accusato di essere stato strumentalizzato per perseguitare gli oppositori politici.

La decisione ha ricevuto critiche sia a livello nazionale che internazionale, ma per Trump rappresenta un atto di giustizia verso coloro che, secondo lui, sono stati “vittime di una caccia alle streghe”.

Riforma interna e istituzione del DOGE

Con un occhio rivolto alla riorganizzazione della macchina statale, Trump ha firmato un ordine esecutivo che prevede il congelamento delle assunzioni nel governo federale. Questo provvedimento si accompagna alla creazione del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), una nuova entità con il compito di identificare sprechi, migliorare la produttività e garantire che le risorse pubbliche siano utilizzate in modo ottimale. “Il governo deve essere al servizio del popolo, non un peso inutile”, ha dichiarato il presidente, aggiungendo che il DOGE lavorerà per snellire la burocrazia e aumentare la trasparenza.

Licenziamenti mirati: chi sono i primi a cadere

Trump ha usato il suo account su Truth Social per annunciare il licenziamento di quattro alti funzionari nominati da Joe Biden. Tra loro:

– **Jose Andres**, membro del President’s Council on Sports, Fitness and Nutrition. Andres, noto chef e attivista, è stato una figura critica nei confronti di Trump, utilizzando spesso la sua visibilità pubblica per attaccare le politiche migratorie del presidente.

– **Mark Milley**, membro del National Infrastructure Advisory Council ed ex generale dell’esercito, noto per le sue prese di posizione contro Trump durante le proteste di Black Lives Matter. Milley è stato spesso accusato di essere una figura divisiva all’interno dell’apparato militare.

– **Brian Hook**, associato al Wilson Center for Scholars, considerato un rappresentante delle politiche di compromesso con l’Iran. La sua rimozione segnala un chiaro ritorno a una linea dura verso Teheran.

– **Keisha Lance Bottoms**, ex sindaca di Atlanta e membro del President’s Export Council. La sua gestione delle proteste durante il movimento Black Lives Matter è stata fortemente criticata dai conservatori, che l’accusano di aver favorito l’anarchia.

Trump ha avvertito che altri “mille funzionari” nominati da Biden sono sotto esame per eventuali licenziamenti. “Non c’è posto nella mia amministrazione per chi non condivide la visione di un’America forte e sovrana”, ha dichiarato.

Ritorno all’orgoglio nazionale: ridenominazioni simboliche

Infine, Trump ha intrapreso un’azione simbolica, ordinando la ridenominazione del Golfo del Messico in “Golfo d’America” e del Monte Denali in “Monte McKinley”. Queste modifiche, secondo la Casa Bianca, rappresentano un ritorno all’orgoglio nazionale e un rifiuto delle tendenze globaliste che mirano a riscrivere la storia americana.

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