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Trump rilancia Putin come mediatore di pace tra Israele e Iran

16 Giu 2025 - Mondo

Mentre l’Europa dubita e resta paralizzata, Donald Trump apre a una soluzione diplomatica con protagonista Vladimir Putin, considerandolo l’unico in grado di trattare con Teheran e Tel Aviv. Una visione pragmatica che riscrive gli equilibri globali.

Trump rilancia Putin come mediatore di pace tra Israele e Iran

Trump guarda oltre la guerra: pace possibile tra Israele e Iran

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rilanciato un messaggio di ottimismo in un contesto geopolitico infuocato. “L’Iran e Israele dovrebbero fare un accordo, e lo faranno, proprio come ho fatto fare all’India e al Pakistan”, ha dichiarato durante una conferenza stampa. Una frase che potrebbe apparire azzardata, ma che riecheggia le sue storiche mediazioni del passato: dall’Accordo di Abramo alla distensione tra Serbia e Kosovo, Trump ha spesso dimostrato di poter piegare l’impossibile alla logica del risultato.

La mossa strategica: il ritorno di Putin sulla scena

Il passaggio più sorprendente, però, è l’apertura di Trump alla possibilità che Vladimir Putin giochi un ruolo centrale nella mediazione. “Putin è pronto: mi ha chiamato a proposito di questo, abbiamo avuto una lunga conversazione”, ha detto Trump, lasciando intendere che il Cremlino abbia già manifestato la volontà di contribuire a evitare una guerra regionale. In un momento in cui l’Unione Europea appare marginalizzata e la diplomazia ONU è inefficace, Trump propone una soluzione fuori dagli schemi ma potenzialmente decisiva: usare la forza negoziale di Mosca per fermare il conflitto in Medio Oriente.

Putin uomo di pace? Una provocazione che mette a nudo l’ipocrisia europea

L’ipotesi è stata subito respinta dal presidente francese Emmanuel Macron, che ha dichiarato: “Non credo che la Russia possa mediare tra Iran e Israele”. Un giudizio lapidario e tutto politico, che più che basarsi su una valutazione strategica sembra riflettere il fastidio dell’establishment europeo verso qualsiasi ruolo autonomo di Mosca sulla scena globale. Più cauto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani: “Non lo so, vediamo come si sviluppa la situazione”. Una frase che tradisce una posizione attendista, tipica della diplomazia europea post-Atlantica.

Perché proprio Putin? Il legame con Teheran e il disincanto israeliano

Nonostante la guerra in Ucraina, Putin ha mantenuto negli anni una relazione strategica con l’Iran, soprattutto sul fronte energetico e militare. Teheran guarda a Mosca come partner affidabile, mentre Israele – pur storicamente allineato con Washington – sa che, in caso di una guerra lunga, solo una mediazione sostenuta da potenze regionali ed eurasiatiche può evitare un’escalation devastante. In questo senso, Putin rappresenta un interlocutore credibile per entrambe le parti, al di là delle categorie morali e ideologiche che l’Occidente continua a impiegare per escludere soluzioni non conformi.

Una visione multipolare, non ideologica

Quella che Trump delinea è una visione multipolare del mondo: in cui la pace non arriva dai diktat della NATO o dalle mozioni di Bruxelles, ma dalla volontà concreta di potenze sovrane di evitare conflitti inutili. L’idea che proprio Putin – tanto demonizzato in Occidente – possa ora giocare un ruolo pacificatore in Medio Oriente è la conferma del disallineamento crescente tra la realtà geopolitica e la narrazione mainstream europea.

L’alternativa: pace o disastro globale

Trump ha anche avvertito che “è possibile che veniamo coinvolti” in un’escalation militare, qualora il conflitto dovesse allargarsi. Un monito che suona come una chiamata al realismo: continuare a demonizzare la Russia potrebbe impedire di salvare migliaia di vite in Medio Oriente. In questo contesto, il mondo si trova di fronte a un bivio: seguire la via della diplomazia concreta proposta da Trump, oppure restare prigionieri delle paure e dei dogmi della vecchia geopolitica.

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Articolo scritto da:
Carolina Volta

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