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Trump rilancia il negoziato: “Entro tre giorni, svolta possibile per la pace in Ucraina”

22 Apr 2025 - USA

Dopo la tregua pasquale fallita, Trump rilancia i negoziati tra Mosca e Kiev: “Entro tre giorni svolta possibile”. Putin apre al dialogo, Zelensky sotto pressione.

Trump rilancia il negoziato: “Entro tre giorni, svolta possibile per la pace in Ucraina”

Una tregua pasquale illusoria

La breve tregua pasquale tra Russia e Ucraina, durata meno di trentasei ore, si è rapidamente dissolta in un crescendo di accuse reciproche. Kiev denuncia oltre 2.900 attacchi russi durante il cessate il fuoco, Mosca parla di oltre 4.900 violazioni ucraine. Dati impressionanti, che mostrano quanto sia fragile la volontà di pace sul campo e quanto fallimentari siano stati finora i tentativi mediati dai tradizionali attori europei.

Trump rompe il silenzio: “Abbiamo ottime possibilità”

Nel quadro di una diplomazia paralizzata e di un’Europa incapace di incidere, è la Casa Bianca di Donald J. Trump a rimettere la pace al centro del tavolo. “Vi darò dettagli completi nei prossimi tre giorni. Abbiamo avuto ottimi meeting su Ucraina e Russia. C’è un’ottima possibilità che si arrivi a un accordo”, ha dichiarato il Presidente degli Stati Uniti. Una dichiarazione che segna il ritorno dell’iniziativa americana dopo mesi di paralisi sotto la precedente amministrazione.

Trump ha lasciato intendere che il suo “quasi ultimatum” della scorsa settimana — in cui aveva chiaramente detto che gli Stati Uniti non sarebbero rimasti spettatori passivi di un conflitto senza sbocchi — abbia finalmente prodotto i primi effetti. Il suo approccio diretto e realistico, lontano dalle ambiguità diplomatiche del passato, sembra smuovere le acque stagnanti della guerra.

Putin apre al dialogo, ma accusa Zelensky di incoerenza

Da Mosca, Vladimir Putin ha colto il segnale. Il Presidente russo si è detto favorevole a “qualsiasi iniziativa pacifica” e ha dichiarato che la proposta ucraina di prolungare la tregua di 30 giorni merita un’analisi seria. Tuttavia, non ha mancato di sottolineare l’incoerenza di Kiev: “In un primo momento hanno liquidato la nostra proposta di tregua come un gioco politico sulla vita delle persone. Poi hanno cambiato posizione, evidentemente su suggerimento di mediatori stranieri”.

Putin ha accusato Zelensky di essersi mosso solo per evitare un danno d’immagine sul piano internazionale, e ha lasciato intendere che senza una regia esterna più responsabile, Kiev difficilmente cambierebbe linea.

Zelensky rilancia, ma sposta la colpa su Mosca

Nel suo consueto discorso serale, Volodymyr Zelensky ha chiesto una “risposta chiara” da parte russa sulla possibilità di sospendere gli attacchi alle infrastrutture civili. Ha affermato che, almeno in alcune zone, la tregua pasquale ha funzionato, e ha ribadito che l’Ucraina non prenderà di mira obiettivi non militari.

Tuttavia, le parole di Zelensky sembrano più una mossa per spostare la responsabilità che un’apertura sincera al compromesso. Il presidente ucraino ha infatti continuato a porre condizioni massimaliste per un eventuale cessate il fuoco, rendendo la prospettiva di una de-escalation ancora molto incerta.

La finestra diplomatica aperta da Trump

In questo contesto complesso, il Presidente Trump appare oggi come l’unico leader con la credibilità e l’autonomia necessarie per rimettere in moto un vero processo di pace. La Casa Bianca ha fatto sapere che entro tre giorni potrebbero essere annunciati sviluppi decisivi.

“Non possiamo mediare in eterno — ha dichiarato un alto funzionario —. Se da Kiev non arriveranno segnali concreti, gli Stati Uniti valuteranno se mantenere il proprio impegno diplomatico”. Una posizione netta, che mette Zelensky di fronte a un bivio.

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