Trump rilancia Guantanamo: possibile trasferimento di 9000 migranti illegali
11 Giu 2025 - USA
Secondo il Washington Post, l’amministrazione Trump sarebbe pronta a usare in modo massiccio la base di Guantanamo per detenere immigrati clandestini, anche europei. Tajani rassicura: “Nessun italiano finirà a Cuba, siamo pronti a riprenderli”.
Il nuovo piano migratorio di Trump: Guantanamo come centro di detenzione di massa
L’amministrazione del presidente Donald Trump, secondo quanto riportato dal Washington Post, si prepara a un’azione senza precedenti nel suo secondo mandato: trasferire migliaia di immigrati irregolari nella base militare statunitense di Guantanamo Bay, a Cuba. L’obiettivo? Alleggerire il peso sulle strutture interne, ormai al collasso dopo l’intensificazione dei rimpatri e delle espulsioni avviata dal gennaio 2025.
Il piano, ancora in evoluzione, dovrebbe partire entro pochi giorni e riguardare circa 9000 soggetti, per i quali sono già previste visite mediche pre-imbarco. La capienza della struttura resta un’incognita, considerando che la base ha gestito finora soltanto qualche centinaio di migranti.
Coinvolti anche cittadini europei, inclusi italiani
Tra gli immigrati illegali che potrebbero essere trasferiti a Guantanamo figurano anche cittadini di paesi europei considerati “alleati”, come Italia, Regno Unito, Francia, Germania, Irlanda, Belgio, Paesi Bassi, Polonia, Lituania e Turchia. Sarebbero coinvolti inoltre numerosi haitiani, particolarmente colpiti dai recenti disastri politici e ambientali.
Il Washington Post sottolinea che l’amministrazione Trump non ha intenzione di notificare in anticipo i governi stranieri sui trasferimenti, una scelta che rende la manovra “altamente sensibile” sul piano diplomatico.
La risposta dell’Italia: “Nessun italiano finirà a Guantanamo”
A fronte dell’indiscrezione, il ministro degli Esteri Antonio Tajani è intervenuto per chiarire la posizione dell’Italia: “Siamo disponibili a rimpatriare eventuali cittadini italiani irregolari. Non vi è possibilità che italiani finiscano nella base di Guantanamo. Non c’è motivo di allarmarsi”.
Parole che sembrano puntare a evitare una polemica diplomatica e a rassicurare l’opinione pubblica italiana, nel pieno di un dibattito interno sull’immigrazione irregolare e sui diritti dei rimpatriati.
Obiettivo: decongestionare le strutture Usa
Dal gennaio 2025, l’amministrazione Trump ha avviato una vasta operazione di deportazione di massa. Le strutture federali, soprattutto nel sud degli Stati Uniti, risultano sovraccariche. Il piano di trasferire parte dei detenuti migranti a Guantanamo serve proprio ad alleggerire questa pressione.
Un documento citato dal Washington Post afferma che la base “non ha ancora raggiunto la sua massima capienza”, lasciando intendere una potenziale espansione del suo uso per scopi migratori.
I dubbi sull’efficienza di Guantanamo
Nonostante la fermezza del piano, restano numerose incertezze. A marzo, alcuni gruppi di migranti inizialmente portati a Cuba sono stati trasferiti in Louisiana, alimentando dubbi sulla reale funzionalità della base come centro permanente per detenuti migranti.
Inoltre, la prospettiva di utilizzare Guantanamo – una struttura associata storicamente alla detenzione di sospetti terroristi – per ospitare clandestini ha già suscitato critiche da parte di organizzazioni umanitarie, che temono un abbassamento delle garanzie legali minime.
