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Trump manda la Guardia Nazionale a Los Angeles

9 Giu 2025 - USA

Disordini nella città californiana: Trump interviene per fermare rivolte segnate da simboli stranieri e violenze crescenti. I Democratici locali contestano, ma il presidente rilancia: “Non la passeranno liscia”.

Trump manda la Guardia Nazionale a Los Angeles

Il ritorno del disordine e l’intervento federale

Mentre a Los Angeles esplodono nuovi scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, l’amministrazione Trump sceglie la linea della fermezza. Secondo quanto riportano media statunitensi, già 300 agenti della Guardia Nazionale sarebbero stati dispiegati nella città californiana a partire da domenica, parte di un contingente che potrebbe arrivare a 2000 unità.

La risposta del presidente è chiara: “Avete visto gente violenta, e non gliela lasceremo passare liscia. Penso che assisteremo a un ordine pubblico molto rigoroso”. Parole nette, che evidenziano un cambio di passo rispetto all’approccio debole e incerto dei vertici locali.

Trump: “Basta con la retorica delle proteste pacifiche”

L’intervento del governo federale arriva in un contesto in cui, ancora una volta, le manifestazioni vengono minimizzate da gran parte dei media liberal. “Non riesco a credere che stiano ancora parlando di proteste pacifiche”, scrive Trump su Truth. “Queste sono rivolte di invasori stranieri che sventolano le bandiere dei loro Paesi. Basta con queste sciocchezze”.

È un’accusa pesante, che richiama l’attenzione sul vero nodo della questione: la deriva identitaria e sociale di una città sempre più ostaggio di minoranze radicali, con un’amministrazione democratica che si rifiuta di riconoscere la gravità del fenomeno.

Il precedente del 1992: quando l’autorità federale salvò Los Angeles

L’ultima volta che un presidente degli Stati Uniti assunse il controllo diretto della Guardia Nazionale a Los Angeles fu nel 1992, per sedare le rivolte seguite al caso Rodney King. Anche allora la violenza dilagò per giorni, causando oltre 60 morti, migliaia di feriti e danni per oltre un miliardo di dollari. Oggi come allora, solo un intervento deciso da parte del governo centrale può evitare il tracollo.

Sindaca Bass e governatore Newsom minimizzano

Di fronte alla gravità della situazione, la reazione della leadership locale appare sconcertante. La sindaca Karen Bass ha dichiarato di non ritenere necessario l’intervento della Guardia Nazionale, sostenendo che “la polizia e gli sceriffi possono gestire la situazione”.

A queste parole, Trump ha replicato indirettamente denunciando l’inazione delle autorità locali e rivendicando il proprio ruolo. “Non permetteremo che Los Angeles venga lasciata in balia del caos”, ha dichiarato.

La risposta della sindaca, che ha tentato di giustificare la propria posizione parlando di “collaborazione” con la Casa Bianca, appare più come una difesa d’ufficio che una reale presa in carico della crisi.

Una scelta di responsabilità nazionale

Di fronte alla violenza crescente, all’incapacità delle amministrazioni locali e alla retorica anestetizzante della sinistra, Trump ribadisce la necessità di un ritorno all’ordine e al rispetto delle leggi. La scelta di intervenire direttamente a Los Angeles non è solo un atto di governo, ma un messaggio chiaro a tutto il Paese: la sicurezza dei cittadini americani viene prima di ogni ideologia.

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Redazione - Il Politico

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