Trump fa ordine a Los Angeles: Corte d’Appello sbugiarda la sinistra e legittima l’uso della Guardia Nazionale
14 Giu 2025 - USA
Dopo settimane di caos, arriva la svolta: Trump ottiene il via libera a mantenere i militari nelle strade. La sinistra urla allo scandalo, ma l’America vuole legge, ordine e confini. E dietro le proteste spunta l’ombra della rete Soros.

Una decisione che ristabilisce la legalità costituzionale
La Corte d’Appello federale del Nono Circuito ha cancellato, almeno temporaneamente, la decisione di Charles Breyer, il giudice attivista che voleva impedire al presidente Trump di proteggere la nazione. Secondo Breyer, Trump avrebbe violato il Decimo Emendamento della Costituzione, usurpando l’autorità dello Stato della California nel dispiegare la Guardia Nazionale a Los Angeles.
Ma la Corte ha risposto con chiarezza: in caso di emergenza nazionale, il Presidente ha non solo il diritto, ma l’obbligo morale e costituzionale di intervenire. E così sarà: la Guardia Nazionale resta in strada, a difesa della sicurezza e contro l’anarchia.
700 marines per spegnere il caos provocato dalla sinistra radicale
Non si tratta di un’operazione di routine. A Los Angeles è in corso una vera e propria insurrezione, fomentata da gruppi legati alla sinistra più estrema, che hanno trasformato le proteste contro i raid anti-migranti in un palcoscenico di violenza. Auto incendiate, vetrine distrutte, agenti feriti, centri ICE assaltati.
Di fronte a questo scempio, Trump ha risposto come solo un leader può fare: ha autorizzato l’invio di altri 700 marines a supporto della Guardia Nazionale. L’ordine deve essere ripristinato. Gli americani onesti devono poter camminare nelle strade delle loro città senza temere l’aggressione di bande al soldo dell’ideologia.
Alex Padilla: un senatore al servizio del caos
Nel pieno della tensione, il senatore democratico della California Alex Padilla ha deciso di inscenare una provocazione vergognosa. Durante una conferenza stampa della segretaria alla Sicurezza Interna Kristi Noem, Padilla si è alzato in piedi e ha cominciato a gridare.
Gli agenti federali, come da protocollo, lo hanno bloccato, fatto inginocchiare e ammanettato. Solo in seguito, tra le urla isteriche del consigliere Corey Lewandowski, le manette sono state rimosse.
Padilla ha poi giocato la carta dell’eroe latino, del figlio di immigrati, del laureato al MIT vittima della brutalità trumpiana. Ma la verità è che stava interrompendo una conferenza ufficiale, nel mezzo di un’operazione di sicurezza nazionale.
E se gli agenti avessero ignorato quella minaccia? Se fosse stato davvero un infiltrato pericoloso? L’America, grazie a Trump, non si farà più cogliere impreparata.
I democratici contro la legge, a favore dell’illegalità
Il caso Padilla è solo l’ultimo di una lunga serie. Da settimane, esponenti del Partito Democratico si oppongono attivamente alle operazioni federali contro l’immigrazione clandestina.
A Newark, il sindaco Ras Baraka è stato arrestato mentre cercava di entrare in un centro di detenzione. La deputata LaMonica McIver è stata incriminata per aver ostacolato gli agenti.
Questa non è opposizione politica: è sabotaggio, complicità, alleanza ideologica con l’illegalità.
Chi tira i fili? L’ombra della rete Soros sulle rivolte
È ora di dirlo chiaramente: chi alimenta queste proteste? Chi paga i pullman per portare i manifestanti da uno Stato all’altro? Chi finanzia le associazioni che urlano contro le retate e incitano alla disobbedienza civile?
Dietro a tutto questo, il nome è sempre lo stesso: George Soros e la sua Open Society (leggi questo articolo di approfondimento), la rete che sogna un mondo senza identità, senza confini, senza popoli.
La società liquida del meticciato, del consumatore perfetto senza radici né appartenenze, è il progetto globalista che Trump sta demolendo pezzo dopo pezzo. Le proteste in California non nascono spontanee: sono il frutto di anni di lavaggio del cervello, finanziamenti miliardari e reclutamento militante.
Soros e i suoi alleati vedono in Trump il loro nemico giurato. E hanno ragione: è l’unico che può fermarli.