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Trump e la pace: l’Europa al bivio sulla guerra in Ucraina

20 Dic 2024 - Europa

Il ritorno di Trump alla Casa Bianca potrebbe segnare la fine della strategia del logoramento. L'UE dovrà scegliere tra sostegno incondizionato a Zelensky o apertura al dialogo con Mosca.

Trump e la pace: l’Europa al bivio sulla guerra in Ucraina

Trump alla Casa Bianca: un’opportunità per la pace in Europa?

Con il probabile ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, l’Unione Europea si trova davanti a un bivio storico. L’eventuale cambio di strategia americana sul conflitto in Ucraina potrebbe rappresentare una svolta per l’Europa, sia in termini geopolitici che economici. Per molti, questa è l’occasione di rivedere un coinvolgimento che ha portato più tensioni che soluzioni.

Il ruolo dell’Europa e il peso di Zelensky

L’Unione Europea ha finora sostenuto l’Ucraina con ingenti risorse finanziarie e militari, spesso senza una strategia chiara per arrivare alla pace. Durante il recente vertice europeo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito la necessità di un continuo supporto occidentale, definendo “insufficienti” le garanzie di sicurezza offerte dall’Europa. Tuttavia, sempre più voci nel continente iniziano a interrogarsi sulla sostenibilità di un conflitto di logoramento che sembra non avere fine.

Zelensky ha dichiarato di voler discutere con Trump una possibile continuazione del sostegno americano, ma il suo tono non sembra lasciare spazio a compromessi. Le sue richieste, tra cui l’accelerazione dell’ingresso nella NATO e nell’Unione Europea, rischiano di generare ulteriore divisione tra gli Stati membri, alcuni dei quali—come l’Ungheria—mostrano una posizione più orientata al dialogo.

Trump e la pace come priorità

Donald Trump ha sempre espresso la volontà di rivedere il coinvolgimento americano in conflitti esteri, e la sua posizione potrebbe costringere l’Europa a ridefinire il proprio ruolo. Per il vicepremier italiano Matteo Salvini, “il 2025 sarà l’anno della pace grazie a Trump”. Una visione condivisa anche da altri leader che vedono nella futura amministrazione americana un alleato per riportare il dialogo al centro della scena.

Significativa è stata anche la telefonata tra Trump e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, durante la quale entrambi hanno concordato sulla necessità di una “pace equa, giusta e sostenibile”. Tuttavia, questa visione non sembra trovare un’eco favorevole in Zelensky, che continua a rifiutare ogni proposta di cessate il fuoco, temendo che possa favorire la Russia.

Le divisioni interne all’Unione Europea

Il conflitto in Ucraina sta mettendo a nudo le fragilità dell’Unione Europea, divisa tra chi spinge per una soluzione diplomatica e chi sostiene incondizionatamente la strategia di Kiev. Il premier ungherese Viktor Orban, per esempio, ha proposto una tregua per Natale, ma l’idea è stata rigettata da Zelensky, che ha liquidato Orban come “inadatto” a trattare con la Russia. Una posizione che alimenta dubbi sulla reale volontà ucraina di arrivare a una soluzione pacifica.

Al contempo, leader come Antonio Tajani invitano alla prudenza, sottolineando l’importanza di lavorare per un cessate il fuoco come primo passo verso una stabilizzazione. Anche il presidente lituano, Gitanas Nauseda, ha avvertito sui rischi di negoziati prematuri, evidenziando come la Russia continui a sentirsi in posizione di forza.

Un futuro incerto, ma con una speranza di pace

L’Europa si trova a un punto di svolta. Il ritorno di Trump potrebbe rappresentare l’occasione per uscire da una spirale di guerra che grava sul continente in termini economici e politici. Tuttavia, sarà fondamentale che i leader europei abbiano il coraggio di intraprendere un percorso indipendente, senza lasciarsi trascinare da richieste che sembrano ignorare le reali necessità di pace.

La priorità dovrebbe essere quella di costruire un dialogo che metta fine a un conflitto ormai troppo lungo e dispendioso. Se l’Europa saprà cogliere l’opportunità offerta dal nuovo corso americano, il 2025 potrebbe davvero segnare l’inizio di una nuova era di stabilità per il continente.

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