Trump archivia la diplomazia europea: “L’Iran vuole parlare con me, non con l’Ue”
20 Giu 2025 - USA
Mentre l’Europa insiste per una soluzione negoziale con Teheran, Trump ribadisce la linea dura: "Israele sta vincendo, è difficile chiedergli di fermarsi". Intanto l’Iran apre al dialogo solo a fronte dello stop delle operazioni militari israeliane.

L’Europa insiste sulla via diplomatica, ma l’Iran alza il prezzo
A Ginevra, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha incontrato i capi della diplomazia di Germania, Francia e Regno Unito, affiancati dall’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, Kaja Kallas. Al centro dell’incontro, la crescente preoccupazione per l’escalation tra Israele e Iran e la ricerca di una via negoziale che fermi la corsa di Teheran verso l’atomica.
Secondo quanto riportato dalla CNN, i rappresentanti europei hanno ribadito il proprio impegno per la sicurezza di Israele, affermando con fermezza che “l’Iran non può acquisire un’arma nucleare”. David Lammy, neoministro britannico degli Esteri, ha sottolineato la disponibilità al dialogo con Teheran, esortandola a “continuare i colloqui con gli Stati Uniti”.
Teheran ha però gelato gli entusiasmi occidentali: “Siamo pronti alla diplomazia solo se Israele ferma l’aggressione”, ha dichiarato Araghchi. Condizione che appare poco plausibile, considerando l’attuale orientamento dell’esecutivo israeliano.
Trump liquida l’Europa: “Inutile il loro sforzo”
Donald Trump, oggi più che mai regista della politica mediorientale americana, ha commentato con toni sprezzanti l’iniziativa diplomatica europea: “L’Iran vuole parlare con noi, non con l’Europa. L’Europa non può fare nulla in questa situazione”, ha affermato appena arrivato nel New Jersey.
Il presidente americano ha poi rilanciato la sua consueta linea di fermezza: “Nel giro di settimane o mesi, l’Iran potrebbe avere l’arma nucleare. Non possiamo permetterlo. Chi dice che non ci stanno lavorando si sbaglia, anche nella mia intelligence”, ha detto, smentendo apertamente Tulsi Gabbard, direttrice della National Intelligence.
Trump ha inoltre contestato l’uso dichiarato civile del nucleare da parte di Teheran: “L’Iran è seduto su enormi riserve di petrolio, perché mai dovrebbe avere bisogno di energia nucleare?”. Una domanda retorica che conferma lo scetticismo americano verso ogni giustificazione iraniana.
Nessuna pressione su Israele: “Sta vincendo”
In un contesto di escalation, la Casa Bianca non sembra avere alcuna intenzione di frenare le operazioni militari di Israele. “È difficile chiedere a qualcuno di fermarsi quando sta vincendo”, ha dichiarato Trump, lasciando intendere che non ci saranno pressioni su Netanyahu.
Parole che trovano perfetto allineamento nelle dichiarazioni del premier israeliano: “Il nostro obiettivo è distruggere il programma nucleare iraniano e abbiamo la capacità di farlo”, ha dichiarato durante una visita all’Istituto Weizmann, simbolicamente colpito da un attacco iraniano nei giorni scorsi.
Scenari futuri: tra diplomazia sospesa e tempo che scorre
Trump ha concesso a Teheran “due settimane” di tempo per valutare un’apertura diplomatica, definendola una “pausa di riflessione”. Ma il tempo stringe, e la possibilità di una soluzione pacifica sembra appesa a un filo: quello della decisione unilaterale americana.
Nel frattempo, l’Europa resta relegata a un ruolo marginale, priva di reali strumenti di influenza, mentre la guerra a bassa intensità tra Iran e Israele rischia di trasformarsi in una nuova grande crisi regionale. L’ultima parola, ancora una volta, sembra destinata a spettare a Washington.