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Tregua tra Israele e Hamas: storico accordo per il rilascio degli ostaggi

17 Gen 2025 - Medio Oriente

Netanyahu annuncia una tregua mediata da Qatar, USA ed Egitto: 33 ostaggi liberati nella prima fase, in cambio di prigionieri palestinesi. Crisi politica e ruolo chiave di Trump come mediatore.

Tregua tra Israele e Hamas: storico accordo per il rilascio degli ostaggi

Israele e Hamas: accordo per una tregua e il rilascio degli ostaggi

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ufficialmente confermato la firma di un accordo storico con Hamas, mediato da Qatar, Stati Uniti ed Egitto, che prevede una tregua nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi detenuti dal gruppo terroristico. Questo accordo, frutto di intense trattative diplomatiche, segna un’importante pausa nei combattimenti e l’avvio di un complesso processo di scambio di prigionieri.

Secondo i dettagli trapelati, la tregua inizierà domenica e porterà al rilascio graduale di 33 ostaggi nella prima fase, tra cui donne, bambini e anziani. In cambio, Israele procederà alla scarcerazione di centinaia di detenuti palestinesi. Le famiglie degli ostaggi sono state informate dei progressi e si stanno preparando ad accogliere il ritorno dei propri cari.

Una crisi politica scuote il governo Netanyahu

Nonostante il sollievo che l’accordo potrebbe portare, le sue ripercussioni interne stanno destabilizzando il governo israeliano. Due partiti di destra, inclusa Otzma Yehudit guidata da Itamar Ben Gvir, hanno minacciato di abbandonare la coalizione di governo qualora l’intesa venisse attuata.

Ben Gvir ha criticato duramente l’accordo, definendolo “sconsiderato” e sostenendo che vanificherebbe gli sforzi israeliani per indebolire Hamas. “Se il governo approverà questo cessate il fuoco, presenteremo immediatamente le nostre dimissioni,” ha dichiarato Ben Gvir, aggiungendo che il cessate il fuoco consentirebbe ad Hamas di riorganizzarsi militarmente.

Questa situazione potrebbe mettere seriamente in bilico la stabilità del governo Netanyahu, già sotto pressione per le crescenti tensioni politiche e la necessità di gestire una guerra complessa sul fronte interno e internazionale.

Il ruolo decisivo degli Stati Uniti e l’ombra di Trump

L’intesa è il risultato di un’intensa azione diplomatica che ha coinvolto non solo l’attuale amministrazione americana, ma anche figure chiave legate al presidente eletto Donald Trump. Sebbene non ancora in carica, Trump avrebbe utilizzato i suoi canali diplomatici per favorire un accordo che riflette il suo approccio pragmatico alla pace in Medio Oriente.

Fonti vicine al team di Trump indicano che l’ex presidente ha svolto un ruolo informale ma cruciale nel facilitare il dialogo tra le parti, sottolineando la sua volontà di riportare gli Stati Uniti in una posizione di forza e centralità nei processi di pacificazione globale.

L’intesa dimostra come la politica estera americana, quando guidata da una visione chiara e determinata, possa ancora avere un impatto decisivo nel promuovere la stabilità in aree di crisi. Mentre il cessate il fuoco si profila come un primo passo verso una tregua più duratura, resta da vedere se le dinamiche geopolitiche in gioco consentiranno una soluzione a lungo termine.

L’accordo tra Israele e Hamas rappresenta un fragile ma significativo passo avanti. Tuttavia, le sfide interne al governo israeliano e le complesse dinamiche regionali evidenziano quanto sia delicato l’equilibrio raggiunto. La crescente influenza di Trump, anche fuori dalla Casa Bianca, potrebbe preludere a un ritorno degli Stati Uniti come protagonisti indiscussi sulla scena internazionale, a beneficio di una pace sostenibile nel Medio Oriente.

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