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Solo il cognome della madre: la nuova follia woke del Pd

25 Mar 2025 - Italia

Dario Franceschini propone in Senato di cancellare il cognome paterno per “risarcire secoli di ingiustizia di genere”. Una crociata ideologica che ignora la realtà e mina la famiglia tradizionale.

Solo il cognome della madre: la nuova follia woke del Pd

L’ultima follia del Pd: solo il cognome della madre ai figli, per “risarcire” le donne

Non conosce tregua la crociata ideologica del Partito Democratico, sempre più scollegato dai reali bisogni degli italiani e sempre più immerso in una cultura woke che punta a riscrivere la realtà in nome di un presunto risarcimento storico. L’ultima trovata arriva direttamente dal Nazareno: i figli, d’ora in poi, dovrebbero portare solo il cognome della madre. A proporlo è l’ex ministro Dario Franceschini, oggi senatore, che ha annunciato l’intenzione di presentare un disegno di legge ad hoc in Senato.

Una proposta che non nasce da esigenze concrete della società, ma da quella pulsione ideologica tipica della sinistra progressista: raddrizzare con la forza delle leggi secoli di “ingiustizia simbolica” nei confronti delle donne, come se la storia potesse essere riscritta a colpi di norme “riparatorie”.

Il pretesto del “risarcimento simbolico”

Secondo Franceschini, l’attribuzione del solo cognome materno ai figli costituirebbe un “risarcimento” dopo secoli in cui i bambini hanno preso il nome del padre. “È una cosa semplice ed anche un risarcimento per un’ingiustizia secolare che ha avuto non solo un valore simbolico, ma è stata una delle fonti culturali e sociali delle disuguaglianze di genere”, ha dichiarato il senatore dem durante l’assemblea del gruppo PD al Senato.

Nel suo intervento, Franceschini ha liquidato le soluzioni di buonsenso — come il doppio cognome o la libera scelta da parte dei genitori — come fonti di “problemi infiniti”, proponendo invece la via più semplice, e più ideologica: imporre il cognome della madre come regola generale.

Dietro l’uguaglianza, l’ennesimo attacco alla famiglia tradizionale

La proposta, che unisce testi presentati da Pd, M5S, Autonomie e Alleanza Verdi e Sinistra, si inserisce nel solco di una strategia ben più ampia: demolire ogni pilastro della famiglia tradizionale, destrutturare le figure genitoriali e trasformare l’identità familiare in un terreno di sperimentazione per le utopie postmoderne della sinistra.

Non è un caso che questa offensiva parta proprio dalla questione del cognome, un simbolo forte di continuità, identità e appartenenza. Ma per la sinistra progressista, tutto ciò che richiama tradizione, radici, storia va smontato e ridisegnato secondo i dogmi del pensiero unico: gender fluid, inclusività forzata, abolizione delle differenze naturali.

Lontani anni luce dai problemi veri degli italiani

Mentre famiglie, giovani e imprese combattono ogni giorno contro inflazione, precarietà e tasse, il Partito Democratico si dedica a battaglie ideologiche che non interessano nessuno al di fuori della ristretta cerchia del politicamente corretto. È l’ennesima dimostrazione che questa sinistra non ha più nulla da dire su lavoro, sicurezza, natalità, economia. Si rifugia invece nella retorica del “risarcimento”, proponendo leggi simboliche che minano l’equilibrio della società in nome di un progresso malinteso.

Il tentativo di imporre il solo cognome materno non è altro che l’ennesimo tassello di una strategia woke che punta a riscrivere la società secondo i capricci ideologici di una minoranza autoreferenziale. Una deriva pericolosa, che va contrastata con forza da chi crede ancora nei valori della famiglia, dell’identità e della realtà. E che non intende lasciarsi zittire dal vocabolario della colpa storica inventata da una sinistra in pieno delirio culturale.

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