Siria nel caos: strage di alawiti a Latakia, oltre 1.000 morti
10 Mar 2025 - Geopolitica
Mentre il governo provvisorio minimizza, il paese sprofonda nella violenza settaria. Esecuzioni sommarie, rastrellamenti e persecuzioni contro gli alawiti. L’Occidente tace di fronte al massacro.

Un paese nel caos: la Siria sotto il governo provvisorio
La Siria è ormai diventata una polveriera, con violenze settarie che stanno devastando il paese sotto l’inerzia del nuovo governo provvisorio sostenuto dall’Occidente. Le ultime notizie da Latakia, roccaforte storica della comunità alawita, parlano di un vero e proprio massacro: oltre mille morti in pochi giorni, con esecuzioni sommarie e violenze indiscriminate che colpiscono la popolazione civile.
Secondo fonti locali, le forze governative hanno lanciato rastrellamenti di massa contro le comunità alawite, accusandole di essere fedeli al presidente deposto Bashar al-Assad. L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, pur essendo notoriamente vicino all’opposizione siriana, è stato costretto a riconoscere l’enorme numero di vittime: si parla di almeno 745 civili alawiti uccisi a sangue freddo, oltre a 125 membri delle forze di sicurezza e 148 combattenti rimasti fedeli ad Assad.
La repressione degli alawiti e il silenzio internazionale
Quello che sta accadendo in Siria è un chiaro segnale del fallimento delle forze che hanno preso il controllo del paese. L’Unione Europea e la Lega Araba, anziché condannare la pulizia settaria in atto, hanno invece espresso solidarietà al presidente ad interim Ahmed al-Sharaa, ignorando la persecuzione in corso. La comunità internazionale, che si era sempre detta preoccupata per la tutela delle minoranze in Siria, ora volta le spalle davanti ai massacri commessi dalle nuove autorità di Damasco.
Nel frattempo, la popolazione alawita è sotto assedio. Nelle province costiere di Latakia e Tartus e nelle regioni centrali di Homs e Hama si segnalano saccheggi, torture e esecuzioni di massa contro chiunque sia sospettato di essere fedele ad Assad. I video circolati sui social media mostrano scene raccapriccianti di civili disarmati massacrati per il solo fatto di appartenere alla comunità alawita.
Il governo provvisorio minimizza: “Sfide prevedibili”
Di fronte al dilagare della violenza, il presidente ad interim Ahmed al-Sharaa ha cercato di ostentare calma, dichiarando che “quello che sta accadendo in Siria sono sfide prevedibili”. Parole che suonano come un’ammissione implicita dell’incapacità del governo di controllare il paese e di garantire sicurezza ai suoi cittadini.
Le forze governative hanno imposto il coprifuoco nelle zone più colpite e inviato rinforzi militari a Latakia e Tartus, ma la situazione appare fuori controllo. Gli scontri continuano e la popolazione civile vive nel terrore di nuovi attacchi.
Il destino della Siria: instabilità e guerra civile?
Gli ultimi eventi dimostrano chiaramente che la Siria sta precipitando nel caos. L’attuale governo, sostenuto da potenze straniere, non è in grado di garantire sicurezza né convivenza tra le diverse comunità del paese. La persecuzione degli alawiti rappresenta un pericoloso precedente e rischia di alimentare una nuova spirale di violenza settaria che potrebbe trascinare la Siria in un nuovo conflitto senza fine.
L’Occidente, che per anni ha sostenuto gruppi armati e fomentato l’instabilità nel paese, oggi tace di fronte a un massacro che rischia di cancellare intere comunità. Mentre il popolo siriano soffre, i governi occidentali continuano a chiudere gli occhi, dimostrando ancora una volta che la loro presunta difesa dei diritti umani è solo un’arma politica da usare quando fa comodo.