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Scontro tra Mosca e Mattarella: la Russia respinge il paragone con il Terzo Reich

15 Feb 2025 - Mondo

Maria Zakharova attacca il Presidente italiano dopo il suo discorso a Marsiglia: “Accuse blasfeme e storicamente infondate”. Il governo Meloni difende Mattarella, ma l’Italia appare sempre più allineata a Washington nella crisi ucraina.

Scontro tra Mosca e Mattarella: la Russia respinge il paragone con il Terzo Reich

Mattarella e il paragone tra Russia e Terzo Reich

Lo scontro diplomatico tra Roma e Mosca si è riacceso dopo il discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Marsiglia il 5 febbraio. Durante una lectio magistralis all’Università locale, Mattarella ha paragonato l’invasione russa dell’Ucraina alle strategie espansionistiche della Germania nazista, evocando il rischio di un nuovo “appeasement” e sottintendendo la necessità di un sostegno incondizionato a Kiev.

Un parallelismo che appare forzato e intriso di una visione ideologica più che di un’analisi storica oggettiva. Il tentativo di assimilare la Russia di Vladimir Putin al Terzo Reich non tiene conto di fattori cruciali: il contesto geopolitico attuale è ben diverso dagli anni ‘30, e la questione ucraina è il risultato di tensioni stratificatesi nel tempo, compresa la lunga e controversa influenza dell’Occidente nelle vicende interne di Kiev. Il riferimento di Mattarella sembra dunque più un’adesione alla narrazione atlantista che un vero richiamo alla memoria storica.

La dura reazione di Mosca

Le parole del Presidente italiano non sono passate inosservate a Mosca. Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha definito il paragone tra Russia e Germania nazista “blasfemo e storicamente infondato”. In una nota ufficiale, Zakharova ha accusato l’Italia di alimentare la propaganda occidentale e ha ricordato che proprio il governo italiano fornisce armi a Kiev, sostenendo un regime che, secondo Mosca, ha ripetutamente violato i diritti delle minoranze russofone nel Donbass.

La portavoce russa ha inoltre sottolineato l’ipocrisia di certe affermazioni, invitando la leadership italiana a riflettere sul proprio passato storico anziché strumentalizzare la memoria della Seconda Guerra Mondiale per fini politici. Il messaggio è chiaro: Mosca non accetta lezioni di storia da chi oggi si allinea ciecamente alle strategie di Washington e Bruxelles.

La reazione del governo Meloni e del mondo politico

Dopo l’attacco russo, la politica italiana si è schierata compatta a difesa di Mattarella. Giorgia Meloni ha espresso “totale solidarietà” al Capo dello Stato, condannando le parole di Zakharova come un’inaccettabile ingerenza nei confronti dell’Italia. Anche il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha definito le affermazioni russe offensive, riaffermando il pieno supporto italiano all’Ucraina.

Non sono mancate dichiarazioni di esponenti dell’opposizione, con Elly Schlein (PD) che ha ribadito la centralità di Mattarella come figura di garanzia e di contrasto a ogni forma di “aggressione imperialista”. Un coro unanime, dunque, che conferma come la linea politica italiana rimanga saldamente ancorata agli interessi dell’asse euro-atlantico, senza spazio per un’autonoma riflessione strategica sugli sviluppi del conflitto in Ucraina.

Un’Italia sempre più allineata a Washington

L’episodio evidenzia ancora una volta l’assenza di una visione autonoma nella politica estera italiana. Il governo Meloni, pur mostrando segnali di realismo su alcuni dossier internazionali, continua a mantenere una posizione di totale subalternità nei confronti di Bruxelles e Washington per quanto riguarda il conflitto ucraino.

La scelta di Mattarella di usare toni così duri nei confronti di Mosca è in linea con il tentativo, sempre più evidente, di escludere qualsiasi prospettiva di dialogo con la Russia. Eppure, mentre i costi della guerra si fanno sentire sull’economia europea e mentre emergono segnali di stanchezza anche tra gli stessi alleati occidentali, viene da chiedersi se questa strategia non rischi di rivelarsi un boomerang per l’Italia.

Nel frattempo, Mosca ha dimostrato di non voler arretrare di fronte agli attacchi verbali provenienti da Roma, segnale che la frattura tra Italia e Russia, storicamente mai così ampia, difficilmente potrà essere ricomposta nel breve periodo.

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