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Sciopero ATM, Milano ostaggio della sinistra sindacale: paralisi da vecchie ideologie

14 Feb 2025 - Approfondimenti Politici

Una città moderna bloccata da logiche del primo ‘900: mentre il mondo va avanti, i sindacati di sinistra restano fermi a schemi falliti, incapaci di comprendere il progresso.

Sciopero ATM, Milano ostaggio della sinistra sindacale: paralisi da vecchie ideologie

Sciopero ATM: la sinistra sindacale paralizza Milano con logiche da primo ‘900

Oggi, venerdì 14 febbraio 2025, Milano è ostaggio di un anacronistico sciopero del trasporto pubblico locale, orchestrato dal sindacato AL Cobas, che con il pretesto di difendere i lavoratori condanna invece la città all’immobilità. Metro chiuse, tram e autobus fermi per 24 ore: una scena che riporta indietro di un secolo, quando il sindacalismo radicale faceva leva sulla paralisi del sistema per imporre le proprie rivendicazioni.

Un vecchio schema che distrugge l’innovazione

Questo sciopero è l’ennesima dimostrazione di come la sinistra sindacale si opponga a qualsiasi forma di innovazione e progresso. Le richieste avanzate dai manifestanti vanno nella direzione opposta alla modernizzazione della mobilità milanese: si chiede di bloccare la liberalizzazione e la privatizzazione, si rifiuta ogni possibile miglioramento gestionale come il progetto Milano Next, e addirittura si pretende la trasformazione di ATM in un’azienda speciale del Comune, con servizi “gratuiti” pagati con nuove tasse sui cittadini. Un modello fallimentare che porterebbe solo inefficienza e maggiori costi per tutti.

Mentre il mondo evolve e cerca soluzioni efficienti e sostenibili per il trasporto pubblico, questi sindacati restano ancorati a un’ideologia che già all’inizio del secolo scorso mostrava limiti e miopie, e che oggi si è trasformata in una vera e propria stortura. Una sinistra che parla di progresso, ma solo quando si tratta di andare contro natura, contro la famiglia e contro i valori secolari che hanno creato la civiltà italiana ed europea. Per tutto il resto, resta immobile, prigioniera di dogmi che appartengono a un’epoca passata e che nulla hanno a che vedere con le esigenze moderne.

Una protesta che punisce i cittadini

Chi subisce realmente le conseguenze di questo sciopero? Non certo i sindacalisti barricadieri, ma i lavoratori, gli studenti, i piccoli imprenditori e tutti coloro che ogni giorno contano sul trasporto pubblico per muoversi in città. Costringerli a un giorno di caos, in una delle città più produttive d’Europa, è l’ennesima dimostrazione dell’irresponsabilità della sinistra sindacale.

Milano non può essere ostaggio di un sindacalismo fuori dal tempo

Non è possibile che nel 2025 una città moderna come Milano debba essere bloccata da proteste basate su logiche del secolo scorso. La sinistra, con il suo immobilismo e il suo odio per ogni forma di innovazione, si conferma la vera nemica del progresso. E lo dimostra in ogni ambito: mentre impone la sua visione ideologica su famiglia, identità e tradizioni, allo stesso tempo resta ancorata a modelli di gestione economica e sociale che non funzionavano nemmeno cento anni fa, figuriamoci oggi.

Se Milano vuole rimanere una città europea competitiva, non può permettersi di restare bloccata dalle logiche di un sindacalismo che ha fatto il suo tempo. È ora di guardare avanti, con pragmatismo e concretezza, e non con le illusioni di chi ha già fallito la storia.

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