Referendum, il quorum è la diga contro la demagogia
10 Giu 2025 - Approfondimenti Politici
Dietro la soglia di partecipazione imposta dalla Costituzione c’è una precisa visione di democrazia: non il governo dell’impulso, ma il primato della responsabilità. L’intervento di Sabino Cassese a Quarta Repubblica ce lo ricorda con chiarezza.

Il referendum tra diritto e responsabilità
Il referendum abrogativo, previsto dall’articolo 75 della Costituzione, non è un semplice strumento di protesta popolare. È un istituto rigoroso, pensato per correggere eventuali storture normative attraverso la partecipazione diretta del corpo elettorale. Ma proprio perché si affida al popolo il potere di abrogare una legge votata dal Parlamento, il referendum è circondato da garanzie, prima tra tutte il quorum.
Perché la Costituzione prevede un quorum
Il quorum non è un limite alla sovranità popolare, ma la sua forma più alta. Stabilisce che un referendum abbia validità solo se vi partecipa almeno la metà più uno degli aventi diritto. In questo modo si impedisce che decisioni delicate vengano prese da una minoranza politicizzata o ipermotivata a fronte di un’ampia disaffezione generale. Il quorum tutela la serietà del voto, la rappresentatività del risultato e la stabilità dell’ordinamento.
Cassese: “Il referendum non può sostituirsi alla democrazia rappresentativa”
Nel suo intervento a Quarta Repubblica, Sabino Cassese ha sottolineato come il referendum non possa diventare uno strumento di delegittimazione del Parlamento. “Non si possono sottoporre al voto popolare quesiti troppo tecnici,” ha affermato. L’abuso del referendum rischia di trasformarlo in un’arma di pressione politica, svuotandone il senso istituzionale. E quando si ignora il quorum come vincolo, si scivola verso la logica plebiscitaria, non verso una maggiore democrazia.
Il quorum come diga contro la demagogia
Il quorum è ciò che impedisce alla propaganda di prendere il posto della riflessione. Serve a filtrare il consenso reale da quello costruito artificialmente, impedendo che leggi vengano abbattute sull’onda dell’emozione o della manipolazione mediatica. In una società dominata dalla comunicazione istantanea, questa soglia rappresenta un baluardo contro l’uso strumentale del popolo come clava ideologica.
Una visione di equilibrio istituzionale
La nostra Costituzione è fondata su un equilibrio tra potere legislativo, esecutivo e popolare. Non assegna al popolo un potere assoluto e incondizionato, ma gli chiede responsabilità e misura. In questo senso, il quorum è un invito a partecipare, non un pretesto per delegittimare. Chi promuove un referendum deve avere la forza di mobilitare l’interesse generale, non solo la propria base politica.
La democrazia non è una sommatoria di impulsi
La democrazia non si esaurisce nella conta dei voti, ma vive nel rispetto delle forme e dei pesi. Il referendum è parte di questo equilibrio, e il quorum ne è la clausola di serietà. Abolirlo o aggirarlo significherebbe trasformare un atto istituzionale in un gioco di propaganda. In tempi di instabilità e polarizzazione, tornare a leggere la Costituzione con spirito ordinato e responsabile è il gesto più moderno che si possa fare.