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Qatargate, la giustizia belga insiste: chiesta la revoca dell’immunità per Moretti e Gualmini

4 Mar 2025 - Europa

Nuovo colpo di scena nell’inchiesta Qatargate: la procura federale belga chiede la revoca dell’immunità per le eurodeputate PD Alessandra Moretti ed Elisabetta Gualmini. Ma dopo i dubbi sollevati da Eva Kaili sugli abusi della giustizia belga, l’indagine appare sempre più controversa.

Qatargate, la giustizia belga insiste: chiesta la revoca dell’immunità per Moretti e Gualmini

Nuovo affondo della procura belga: nel mirino due eurodeputate PD

Nonostante le numerose ombre e contraddizioni che pesano sull’inchiesta Qatargate, la giustizia belga non demorde. La procura federale ha chiesto al Parlamento europeo la revoca dell’immunità per due eurodeputate italiane del Partito Democratico, Alessandra Moretti ed Elisabetta Gualmini.

La richiesta è stata inoltrata alla presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola e sarà ufficialmente annunciata durante la sessione plenaria del 10 marzo, prima di passare al vaglio della commissione Affari giuridici. A confermarlo sono fonti parlamentari e il quotidiano belga Le Soir.

Un’inchiesta che si trascina tra ombre e metodi contestati

Lo scandalo Qatargate era esploso nel dicembre 2022 con arresti clamorosi e accuse di corruzione che coinvolgevano eurodeputati socialisti e progressisti, accusati di aver ricevuto finanziamenti illeciti da Qatar e Marocco. Tuttavia, a due anni di distanza, molte delle accuse iniziali sono cadute, mentre alcuni degli indagati restano in un limbo giudiziario senza prove schiaccianti.

La credibilità della giustizia belga è stata messa in discussione più volte. L’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili ha denunciato abusi giudiziari, pressioni psicologiche e detenzioni arbitrarie, accusando i magistrati belgi di aver condotto un’inchiesta con metodi da stato di polizia più che da nazione civile.

Perché ora questa mossa della magistratura belga?

La richiesta di revoca dell’immunità arriva in un momento in cui l’inchiesta sembrava essersi arenata. Alcuni fascicoli sono stati trasferiti dalle autorità belghe a quelle marocchine, segnale di un’inchiesta che ha perso la sua direzione iniziale. Ora, con questo nuovo affondo, la procura belga sembra voler rilanciare un caso che aveva perso slancio, alimentando il sospetto che la magistratura stia cercando di salvare un’indagine che rischia di collassare sotto il peso delle sue stesse incongruenze.

A distanza di due anni, il Qatargate appare sempre più un’operazione giudiziaria senza sbocchi concreti, con l’ombra di un accanimento selettivo e l’assenza di condanne definitive. Mentre la giustizia belga continua a inseguire il caso, resta il dubbio se sia alla ricerca della verità o solo di un capro espiatorio.

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