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Putin riafferma la correttezza delle scelte del 2022, la Russia avanza

- Russia

Nel giorno del suo 73° compleanno, Vladimir Putin celebra i progressi sul fronte ucraino e rivendica la coerenza della strategia russa. Mosca parla di iniziativa strategica, di un nemico in ritirata e di un Occidente sempre più diviso e affaticato.

Putin riafferma la correttezza delle scelte del 2022, la Russia avanza

📋 Riassunto dell'articolo

Putin dichiara che le decisioni del 2022 furono “corrette e tempestive” e che la Russia ha ora l’iniziativa strategica. Gerasimov descrive i successi militari in Ucraina e il rafforzamento della sicurezza russa. L’Occidente appare logorato, mentre Mosca punta a consolidare il suo ruolo di potenza continentale.

Putin: “Le decisioni del 2022 furono corrette e tempestive”

Vladimir Putin ha scelto di trascorrere il suo 73° compleanno non con festeggiamenti privati, ma al Cremlino, in riunione con il Consiglio di sicurezza nazionale. È lì che il presidente russo ha ribadito la linea con la fermezza che lo contraddistingue: “La Russia deve raggiungere tutti gli obiettivi. Le decisioni prese nel febbraio 2022 sono state corrette e tempestive”.

Con queste parole, Putin ha riaffermato la convinzione che l’“operazione militare speciale” non sia stata solo inevitabile, ma necessaria per preservare la sicurezza e la sovranità del Paese.
Il leader russo ha sottolineato come, dopo oltre tre anni di conflitto, “l’iniziativa strategica sul fronte appartenga oggi alla Russia”. Secondo il Cremlino, le truppe ucraine si stanno ritirando lungo diverse linee di contatto, mentre Mosca consolida le proprie posizioni. Putin ha inoltre accusato Kiev di colpire deliberatamente obiettivi civili in Russia per “dare l’impressione di un successo” ai propri alleati occidentali, che cercano affannosamente di dimostrare la tenuta di un fronte ormai logorato.

La risposta al rischio di escalation occidentale

Le dichiarazioni di Putin arrivano nel momento in cui si discute della possibile fornitura a Kiev di missili Tomahawk, con gittata fino a 1.500 chilometri. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha aperto alla possibilità, ma ha precisato di voler “capire esattamente come verrebbero utilizzati”. Per Mosca, la questione rappresenta un segnale di escalation e un tentativo americano di tenere in vita una guerra che non può più essere vinta sul campo.

Putin ha reagito ordinando di “garantire la sicurezza di tutte le infrastrutture, comprese quelle energetiche”. È un messaggio chiaro: la Russia non accetterà provocazioni sul proprio territorio e risponderà a ogni minaccia in modo proporzionato e risoluto. La dottrina russa, in questa fase, si concentra non solo sull’offensiva tattica, ma anche sulla protezione strategica delle risorse vitali del Paese.

Gerasimov: la Russia avanza su tutti i fronti

Nel corso della stessa riunione, il generale Valeri Gerasimov, capo di Stato maggiore, ha fornito un aggiornamento dettagliato sulla situazione militare. Ha affermato che le forze armate russe “continuano l’offensiva praticamente in tutte le direzioni”, con progressi costanti nelle regioni orientali e meridionali dell’Ucraina. A nord, le truppe del raggruppamento denominato “Nord” stanno creando una fascia di sicurezza nelle aree di Sumy e Kharkiv, mentre a sud il fronte di Zaporizhzhia registra avanzate significative.

Secondo le stime fornite dallo Stato maggiore, la Russia avrebbe riconquistato oltre 5.000 chilometri quadrati nel corso del 2025, consolidando il controllo su aree strategiche e riducendo la capacità difensiva ucraina. Gerasimov ha inoltre evidenziato l’efficacia del coordinamento tra i diversi raggruppamenti operativi, che oggi agiscono con una coesione e una precisione che testimoniano il consolidamento dell’apparato militare russo.

Il logoramento dell’Ucraina e dell’Occidente

Sul fronte opposto, l’Ucraina appare sempre più esausta. Le difficoltà nella mobilitazione, la crisi economica e le divisioni interne al governo di Kiev hanno ridotto la capacità del Paese di mantenere la linea di difesa. L’Occidente, da parte sua, mostra i primi segni di stanchezza: le sanzioni non hanno piegato la Russia, mentre hanno avuto pesanti ripercussioni sull’economia europea, colpendo in particolare la Germania e l’Italia.

Le opinioni pubbliche occidentali iniziano a chiedere una via d’uscita diplomatica, mentre le élite progressiste europee e americane continuano a inseguire una narrativa di resistenza ucraina ormai poco credibile. Le promesse di una vittoria di Kiev si sono rivelate illusorie, e oggi la priorità dei governi occidentali sembra essere quella di evitare il collasso politico interno piuttosto che sostenere realmente il fronte di guerra.

Putin e la visione di una nuova stabilità eurasiatica

La forza del messaggio di Putin risiede nella coerenza e nella prospettiva. Quando afferma che “le decisioni del 2022 furono corrette e tempestive”, riafferma il principio che guida tutta la politica russa: agire per difendere la sovranità prima che la minaccia diventi irreversibile. L’obiettivo del Cremlino non è solo militare, ma geopolitico: costruire un nuovo ordine di sicurezza fondato sull’indipendenza e sull’equilibrio tra le potenze, lontano dal dominio del blocco atlantico.

In questo quadro, la Russia emerge come il perno della nuova architettura multipolare, mentre l’Occidente progressista appare prigioniero delle proprie contraddizioni. Mosca parla il linguaggio della realtà, fatto di deterrenza, di sicurezza e di stabilità, mentre le capitali europee si perdono in dibattiti ideologici e decisioni contraddittorie.
Putin non guarda soltanto al campo di battaglia, ma al futuro del continente eurasiatico: un’area che, liberata dall’influenza occidentale, potrebbe tornare a essere il motore di una nuova epoca di sovranità, identità e cooperazione tra nazioni libere.

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