Putin elogia Musk: “Visionario come Korolev”
17 Apr 2025 - Russia
Il presidente russo esalta Elon Musk durante un incontro con studenti a Mosca: “Uomo raro, ossessionato da Marte come Korolev lo era per lo spazio”. Sullo sfondo, la nuova alleanza valoriale con Trump e la sfida all’establishment globalista.

Un’ammirazione fuori dal coro: Putin celebra Musk
Nel cuore di Mosca, all’Università Tecnica Statale Bauman, Vladimir Putin ha pronunciato un discorso che ha destato sorpresa nei circoli internazionali. Di fronte a una platea di giovani studenti di ingegneria, il presidente russo ha elogiato Elon Musk, imprenditore americano, fondatore di SpaceX, Tesla e proprietario della piattaforma X, paragonandolo a Sergei Korolev, il leggendario pioniere sovietico dell’esplorazione spaziale.
“C’è un uomo che vive negli Stati Uniti, Musk, che parla di Marte. È uno di quei personaggi che nascono raramente nella storia dell’umanità. Ha un’idea fissa, una visione. Proprio come Korolev ai suoi tempi, le sue idee possono sembrare folli oggi, ma daranno frutti nel tempo”, ha dichiarato Putin, evocando la figura del geniale ingegnere che portò in orbita Yuri Gagarin nel 1961 e diede avvio all’era spaziale con lo Sputnik.
Visioni condivise: la nuova corsa allo spazio
Nel solco della tradizione sovietica, la Russia guarda da sempre allo spazio come a una dimensione strategica, non solo simbolica ma geopolitica. E Putin lo sa bene. Il paragone con Korolev non è casuale, ma rivela l’ammirazione per un imprenditore che, seppur nato e cresciuto nel cuore dell’America, ha saputo sfidare l’immobilismo dell’establishment liberal e progressista, rilanciando l’idea di grandezza tecnologica e conquista dei cieli.
Musk, con la sua azienda SpaceX, ha infatti sviluppato razzi riutilizzabili che oggi vengono usati dalla NASA, ma anche – e qui sta il paradosso – la rete di satelliti Starlink, attualmente impiegata dalle forze armate ucraine per garantire comunicazioni sul campo. Eppure, il genio texano non ha mai nascosto la sua contrarietà a un’escalation bellica voluta dalle élite globaliste.
Musk, la guerra in Ucraina e la rottura con Zelensky
Nei primi mesi del conflitto russo-ucraino, Musk aveva messo a disposizione centinaia di terminali Starlink per l’Ucraina, salvando molte infrastrutture civili e militari dal collasso comunicativo. Ma il tempo ha cambiato le carte in tavola. L’imprenditore ha più volte criticato l’intransigenza del regime di Kiev e, più recentemente, ha accusato pubblicamente il presidente Volodymyr Zelensky di voler “una guerra eterna”.
Parole durissime, pronunciate nel marzo 2025, che hanno scatenato l’ira dei media liberal, ma anche segnato una netta linea di demarcazione tra il Musk libertario e l’apparato ideologico progressista occidentale, che continua a sostenere un conflitto senza sbocchi.
Trump, Musk e la nuova destra americana
La stima di Putin verso Musk va letta anche alla luce della svolta geopolitica segnata dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Musk, che ha sostenuto il tycoon con donazioni importanti e un uso mirato della sua piattaforma X per contrastare la censura, rappresenta oggi il volto tecnologico di una nuova destra americana: audace, anticonformista, decisa a riprendersi la leadership globale non con guerre infinite, ma con innovazione, patriottismo e libero pensiero.
Non è un caso che, sotto la nuova amministrazione Trump, si stia già parlando di un possibile progetto spaziale congiunto con la Russia: una missione su Marte, che metterebbe fine a decenni di ostilità e rilancerebbe l’idea di una competizione tra civiltà, non tra poteri opachi.
Dalla Terra a Marte: visione comune contro il globalismo
Dietro le parole di Putin si cela un riconoscimento politico, culturale e strategico. In un mondo dominato dal pensiero unico, l’incontro di menti visionarie come quella di Musk e di leader fuori dagli schemi come Putin o Trump può aprire scenari imprevedibili. La corsa a Marte non è solo un sogno spaziale, ma il simbolo di un mondo alternativo, libero dalla dittatura del politicamente corretto, dalla censura ideologica e dalla guerra come business infinito.
E se il futuro dell’umanità si gioca tra le stelle, è evidente che non sarà l’establishment progressista a guidarci là. Saranno, ancora una volta, i visionari. Quelli veri.