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Putin diserta Istanbul

14 Mag 2025 - Russia

Il presidente russo lascia ai suoi uomini il compito di gestire i colloqui con l’Ucraina. Un approccio sobrio che evita la diplomazia spettacolo. E sullo sfondo, Mosca lancia un segnale d’allarme sull’uso incauto del nucleare da parte della Francia.

Putin diserta Istanbul

Una scelta ponderata, non una fuga

Non ci sarà Vladimir Putin il 15 maggio a Istanbul. A differenza delle attese costruite nei giorni scorsi da alcuni ambienti mediatici, il presidente russo ha preferito affidare la trattativa a una delegazione diplomatica. Una decisione che non va letta come una chiusura, ma come una precisa scelta di metodo: evitare lo scontro mediatico e mantenere i colloqui su un piano operativo.
Il capo della delegazione sarà Vladimir Medinsky, consigliere presidenziale. Con lui anche figure di primo piano dei ministeri di Difesa ed Esteri. Nessuna presenza ingombrante, nessuna esposizione eccessiva: Mosca vuole trattare, ma senza prestarsi a giochi di scena.

Una delegazione solida, ma sobria

Oltre a Medinsky, faranno parte del team Mikhail Galuzin, vice ministro degli Esteri; Igor Kostyukov, a capo dell’intelligence militare; e Alexander Fomin, vice ministro della Difesa. Spicca l’assenza di Sergei Lavrov, confermata dal quotidiano Kommersant. Segno che il Cremlino vuole lasciare margine alla diplomazia senza caricarla di aspettative fuori misura.
Peskov ha dichiarato: “La delegazione russa attenderà quella ucraina a Istanbul il 15 maggio”. Una risposta secca, senza fronzoli, che rimette al centro la sostanza.

Zelensky insiste, ma il tavolo resta freddo

Il presidente ucraino ha ribadito la propria disponibilità al negoziato in ogni forma. Eppure, anche stavolta, la sua richiesta di un faccia a faccia diretto resta inevasa. Mosca sembra voler mantenere la distanza, non per chiusura ideologica, ma per lucidità strategica. La Russia appare determinata a evitare di trasformare Istanbul in un nuovo palcoscenico.

Parigi e la tentazione nucleare

Nel frattempo, Emmanuel Macron ha riportato al centro dell’attenzione europea il tema dell’armamento atomico. Dichiarandosi pronto a schierare jet con testate nucleari in altri Paesi del continente, il presidente francese ha suscitato una dura reazione da parte russa.
Dmitry Peskov ha avvertito che “la proliferazione delle armi nucleari in Europa non contribuirà alla sicurezza e alla stabilità”. Un avvertimento che suona come un richiamo alla prudenza, in un momento in cui il continente avrebbe bisogno di equilibrio, non di provocazioni.

Equilibrio e freddezza: la via russa alla trattativa

Il vertice di Istanbul si apre sotto il segno della cautela. La scelta del Cremlino di inviare una delegazione tecnica e mantenere un basso profilo potrebbe rivelarsi, a lungo termine, una mossa di stabilizzazione. Mentre l’Europa sembra oscillare tra presenzialismo politico e escalation verbale, Mosca – senza proclami – continua a presidiare il terreno del possibile compromesso.

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