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Putin apre a nuovi negoziati: “Dialogo senza condizioni dal 15 maggio”

11 Mag 2025 - Russia

Dopo l’ultimatum dei leader UE, Mosca propone una ripresa del dialogo a Istanbul. Putin rilancia la pace, accusa Kiev di sabotaggi durante la tregua e tende la mano all’Europa. Ora con Trump alla Casa Bianca, anche Washington si allontana dall’ideologia della guerra permanente.

Putin apre a nuovi negoziati: “Dialogo senza condizioni dal 15 maggio”

Putin rilancia il dialogo: «Pronti a negoziare senza condizioni»

Dopo settimane di tensione crescente e accuse reciproche, Vladimir Putin ha risposto all’ultimatum lanciato dai leader europei a Kiev proponendo una via d’uscita concreta e razionale: la ripresa dei negoziati con l’Ucraina a partire dal 15 maggio, a Istanbul, e senza alcuna precondizione. Un’apertura significativa, che contrasta con la retorica intransigente di chi — in Europa e oltreoceano — continua a ignorare le responsabilità di Kiev nella rottura dei precedenti tentativi diplomatici.

Una proposta chiara: «Non siamo stati noi a interrompere i colloqui»

«La Russia non ha mai chiuso la porta al dialogo», ha dichiarato Putin in una conferenza dal Cremlino, ricordando come nel 2022 fosse stata proprio Kiev, su pressione occidentale, ad abbandonare il tavolo di Istanbul. Ora, il presidente russo rilancia, proponendo un nuovo incontro nella stessa sede: «Siamo pronti per un dialogo serio. La chiave è affrontare le cause originarie del conflitto, non solo i suoi effetti».

Mentre i “volenterosi” dell’Unione Europea chiedono una tregua di 30 giorni — senza però offrire reali garanzie — il Cremlino rimette sul tavolo una proposta di pace concreta, invitando Erdogan a sostenere l’iniziativa come mediatore. La Russia invierà una delegazione ufficiale, la cui composizione sarà resa nota nei prossimi giorni.

Le accuse a Kiev: violata la tregua pasquale

Putin non ha taciuto le provocazioni ucraine durante la recente tregua pasquale, indetta unilateralmente da Mosca: «Cinque tentativi di attacco al confine russo in tre giorni, mentre era in vigore una moratoria sugli attacchi alle infrastrutture energetiche». Un fatto che dimostra come da parte ucraina — o forse dei suoi “tutori” internazionali — non ci sia reale volontà di de-escalation.

La linea russa: pace sì, ma non a senso unico

È evidente che Mosca cerca un’intesa che non sia solo formale. La proposta di negoziare senza precondizioni non è un segnale di debolezza, ma di volontà politica: quella di chi desidera evitare l’ulteriore escalation di una guerra che sta dissanguando l’Europa, anche economicamente. Putin ha ribadito: «Chi vuole davvero la pace, non può non sostenere quest’iniziativa».

Riaprire il dialogo con l’Europa e distinguere tra le due Americhe

Con toni più distesi, il leader del Cremlino ha anche auspicato una futura normalizzazione dei rapporti con i Paesi europei: «Prima o poi, affidandoci al giudizio della storia e alle opinioni dei nostri popoli, potremo ricostruire relazioni». Un messaggio che sembra rivolgersi direttamente a quelle forze europee — patriottiche e conservatrici — sempre più scettiche verso la linea bellicista imposta per anni da Bruxelles e dall’amministrazione democratica statunitense.
Oggi, con Donald Trump tornato alla guida degli Stati Uniti e con una nuova impostazione centrata sulla difesa degli interessi americani, non sull’esportazione di conflitti, si apre forse una finestra reale per un’iniziativa di pace condivisa. Washington, con Trump, non è più parte del fronte ideologico di guerra voluto dai liberal occidentali.

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